Abnoba
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Band Folk Funk

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"Abnoba"

The North Italian band Abnoba mix folk with jazz and a bunch of other styles and Abnormal is their second album. The different styles are mixed together inventively and the listener is kept on their toes with the frequent abrupt changes in style or subtle, slow transitions in texture. Spasuttle begins as a fast jig, drops into a dub bass feel then moves into Frank Zappa-like arrangement with snatches of pipes, accordeon and piano; Self has a structure reminiscent of the jazz ensemble Weather Report, but with repeated accordeon interjections and La Dragona & La Marchialla mixes contemporary dance beats and bagpipes.
The six members of the band are all skilled musicians who move easily between styles and cover a wide range of instruments between them, including soprano saxophone, bagpipes, low whistle, accordeon, flute, percussion and keyboards. Many of the tracks are instrumentals and the members of the band don’t sing, but they employ the guest vocalists Sabrina Pallini and Valeria Benigni on five songs; a far higher number of vocal performances than on their debut. The two bonus tracks include a live recording of Bofonchio and a reasonable remix of La Dragona.
The changes in style can be abrupt at times, there is the occasional burst of self- indulgent noodling and sometimes it feels like they are unnecessarily overcomplicating the arrangements, but generally they combine the traditional songs well with the variety of styles and the jazz improvisation.
Abnoba have lost some of the freshness since their 2006 debut Vai Facile and their artistic direction seems more confused, but it is still an intriguing album with lots of ideas.

Michael Hingston
- “fRoots”, n.331-332 - January/February 2011


"Abnoba"

Après la surprise des chœurs un peu rhythm’n’blues ou gospel, on est vite séduit par la pâte de cet ensemble qui souhaite revisiter les airs traditionnels de l’Italie du nord. Les mélodies choisies sont magnifiques. Autour de Vincent Boniface (eh oui, de la famille Boniface, musiciens du Val d’Aoste), primé pour son jeu de cornemuse à Saint-Chartier et ici souvent à la clarinette ou au sax soprano, on trouve cinq jeunes musiciens. Pour la plupart formés dans le terreau du trad’ et du collectage, ils se donnent à fond afin de faire coller cet univers hérité et une culture musicale de leur âge, ouverte aussi bien au jazz, à la pop qu’aux écritures minimalistes. Un monde musical naturel et revendiqué, pas du tout un collage pseudo-commercial. Ce qui séduit surtout ici, c’est l’élan, la densité, le régal que les musiciens ressentent d’abord eux-mêmes.
Claude Ribouillault
- “Trad Magazine”, n.135 - Janvier 2011


"Cervelli zappiani"

Quello che colpisce di Abnoba – giovane sestetto valdostano-piemontese al secondo disco – non è tanto la dichiarata rotta verso un “folk del non-luogo” (pur di solide basi franco-occitane), progressivo e virtuosistico. Di sicuro non se lo sono inventati loro: e infatti, citano fra le loro influenze Blowzabella, Dédale, Calicanto, Riccardo Tesi e Banditaliana… Stupisce, piuttosto, l’attitudine spregiudicata, fresca e basata su quello che – in assenza di sinonimi pubblicabili – potremmo definire “gigioneggiare” (a partire dal titolo, che evoca Frankestein Jr con tanto di logo con cervello). Una follia zappiana che non è mai incoscienza di quello che si sta facendo, ma che testimonia un approccio onnivoro alla materia popolare. Che, infatti, fagocita in un pastiche postmoderno generi e cliché di genere: l’assurdo soul di “Albeena delight”, basata su una “Polka Albina” raccolta in Val d’Aosta, l’etno-jazz e il jazz-rock (nella “Monferrina in Re”, con il duetto impossibile fra il piffero di Stefano Valla e la chitarra di Paolo Bonfanti), un “minimalismo” vigoroso alla King Crimson (“Spasuttle” e altrove), la canzone (“Neve on Helen”) fino alla citazione en passant della sigla di Beautiful (in “Le Rigaudon de Saint-Dwich”). Con, in più, una rara gioia nel suonare, sempre con il pedale abbassato, che fa di Abnoba uno dei giovani gruppi “folk” più interessanti in circolazione.
Jacopo Tomatis
- “Il Giornale della Musica “, n. 277 - Gennaio 2011


"Abnoba"

Nel 2006, nel recensire il disco degli Abnoba, “Vai facile” Roberto Sacchi, su Folk Bulletin, scrisse una sacrosanta verità: E’ arrivata, finalmente. Ineluttabile e necessaria, la nuova generazione del folk italiano è qui fra noi. Sono passati quattro anni, il gruppo si ripresenta con un nuovo lavoro, non a caso intitolato “Abnormal”. Il percorso è iniziato da tempo, nella avvenuta maturazione culturale/musicale degli Abnoba la tradizione è stata del tutto superata, ma non abbandonata. Sempre nel nuovo cd si intravvede ciò che è stato, le danze, le canzoni, i ritmi che hanno caratterizzato negli scorsi decenni la musica cosi detta folk, ma il tutto è diventato a poco a poco un’altra cosa, una nuova musica dove alle cadenze assolutamente ripetitive dei balli e alla inevitabile semplicità dei canti, si sostituisce la fantasia più schietta e fresca, la volontà di andare oltre gli schemi, il non sentirsi necessariamente legati ad un luogo geografico. Ecco che allora compaiono pezzi di matrice occitana, come La Barbunota, dovuta alla ricerca assidua nell’area di Boves da parte di Fausto Giuliano, cantata coralmente, con la delicata ma al tempo potente voce in primo piano di Valeria Benigni. Ma sono presenti anche brani di origine Valdostana come La Mort de la Mie, inizialmente del tutto o quasi di stampo tradizionale, ma con uno sviluppo che fa scoprire nuove sfaccettature vicino al jazz più moderno. In questa canzone, raccolta nel 1903, fa la sua splendida parte la voce di Sabrina Pallini, che offre appunto una chiara predisposizione al canto più moderno. Non sono da meno i pezzi come La Monferrina e La Dragona, il primo tratto dal repertorio delle Quattro Province, suonato normalmente da musicisti tradizionali quali Valla e Scurati, ovviamente e fortunatamente interpretato qui in chiave moderna e senza alcuna soggezione culturale, il secondo , tradizionale Trentino, inserito in una raccolta , edita a Vienna, dalla Società degli amici della musica dell’Impero Austriaco nel 1819. E’ incredibile come possa essere suonato, in modo così attuale, dopo quasi duecento anni! I brani che a mio parere evidenziano ancor più la bravura dei musicisti sono quelli di nuova composizione, quelli ove non ci sono riferimenti se non alla propria cultura musicale eterogenea e all’intenzione di esprimere al meglio le proprie sensazioni. Spasuttle, ad esempio, dopo un inizio più leggero passa ad un ritmo e ad un sound decisamente jezzati, ricordando a tratti le composizioni degli Steps Haed, gruppo di jazz/fusion che negli anni ottanta portava avanti, a livello mondiale, un nuovo discorso musicale. La delicatezza di brani come Bofonchio, presentato in due versioni, fa da contraltare a pezzi più eclatanti, come Self, dove mi pare di ascoltare l’influenza dei Dedale, uno dei migliori gruppi francesi. Non è del resto un caso che Simone Bottasso, organetti sta e flautista, sia stato ottimo allievo di Norbert Pignol, una vera autorità in fatto di organetto diatonico. Una parola sui musicisti: Simone, come abbiamo appena detto, è ormai da anni, nonostante la giovane età, un maestro indiscusso dello strumento, con il grande pregio di voler sempre andare al di là dei propri limiti, ovviamente migliorandoli. Vincent Boniface con un’esperienza che pochi altri possono vantare, è un pluristrumentista eclettico e di provatissime capacità, Paolo Dall’Ara, alle cornamuse ed altri fiati, sa essere sempre innovativo, mentre Pietro Numico (pianoforte e tastiere) Luca Rosso (batteria) e Marco Mammo Inaudi (bassi) riescono senza sforzo alcuno, con la loro bravura, ad amalgamare ancor più il gruppo. Abnormal, e forse a questo punto è chiaro anche il significato di tale titolo, è un lavoro che si farà apprezzare da tanti, anche da chi è abituato ad ascoltare cornamuse ed organetti suonati in maniera tradizionale, un disco che nonostante la sua complessità è di facile e sicuro ascolto, che sa coinvolgere e, senza alcuna retorica, vorresti non finisse mai.
Paolo Secco
- Ousitanio Vivo n.358 - Settembre 2010


"FESTA ABNORMALE: La presentazione a Rivoli del secondo cd degli Abnoba"

Fu Franco Lucà a costringerli letteralmente a proseguire il loro percorso artistico, e non poteva che essere l'Auditorium Franco Lucà alla Maison Musique ad ospitare la presentazione del loro secondo album "Abnormal". Titolo che rispecchia bene la doppia anima del collettivo piemontese-valdostano Abnoba: da una parte la tendenza a non prendersi mai troppo sul serio, dall'altra una tecnica esecutiva e una esuberanza compositiva incontenibili. La serata si preannuncia subito come una festa: molti ospiti si alternano e si mescolano agli Abnoba sul palco: sono gli stessi del cd, ma dal vivo gli spazi possono dilatarsi in allegria. Ed ecco allora Gregory Jolivet riuscire nella titanica impresa di tenere il pubblico appeso a un filo per una mezz'ora di ghironda in solo (!): il virtuoso dei Blowzabella è una specie di Van Halen del proprio strumento, e non passa certo inosservato. Un altro ospite tecnicamente ineccepibile, Paolo Bonfanti, rovescia il suo luccicante blues acustico senza la minima parsimonia genovese. Il pubblico però è tutto lì per gli Abnoba, e i sette non deludono. Rispetto all'esordio c'è più musica tradizionale, merito soprattutto di Vincent Boniface e Simone Bottasso, ma il trattamento riservato è quello che ci si aspetta: molto funky, momenti anni Settanta (chi ci sente gli Area, chi coglie i Gentle Giant) e quel dualismo ritmica-solisti che è ormai il loro marchio di fabbrica. Il trittico basso-batteria-synth sostiene l'altra triade sax-organetto-cornamusa, con licenza di utilizzare in ogni modo i vorticosi temi delle lunghe suite. Chi della musica apprezza il cuore e l'emozione non resterà indifferente ai pezzi più "soft" e ragionati di Abnoba; chi cerca il gesto tecnico, il guizzo, la sorpresa ha parecchio materiale per stupirsi.
Daniele Bergesio
- Giornale della Musica online


Discography

Album title Vai Facile
Label Felmay
Release date 2006
Catalogue number Fy 8110

Album title Abnormal
Label Hertzbrigade
Release date 2010
Catalogue number KHZ 10CD01

Compilations and other projects:
La Cota Rusa (Primalpe, 2008)
Bar Italia: Classic and New Italian Flavours (Nascente, 2008)
Piemonte World: The stars look very different today (Piemonte Region, 2005)
Note per la Notte (La notte della Taranta, 2010)

Photos

Bio

The Abnoba band was founded from seven young musicians that have merged their own different experiences in a new “nowhere” musical language. A composition influenced by traditional music heritage of western Europe and north Italy comes to life. The traditional music is mixed with the sound full of feeling of funk, jazz, rock, minimal and electronic music.
Using both traditional and modern instruments, Abnoba play a new kind of music free from stereotypes and space-time connotations, experimenting with sounds from folk, making them usable particularly to the youth.

The recording work and concert season of Abnoba had always stirred the band to share the own music with other musicians coming from different musical experiences.
One of the most important join work is that with the vocalist Sabrina Pallini as singer guest in our disks “Vai facile” and “Abnormal”, she is officially member of the band now. We wood like to stress the importance of participation to our compilations and concerts of hurdy-gurdy players Patrick Bouffard, Sébastien Tron and Grégory Jolivet; the giving a solo performance and the blues interpretation with the guitar of Paolo
Bonfanti; the contact with the voices of the Voces Nocturnae Choir; the notes of the traditional pipe from the “Four Provinces” played by the piper Stefano Valla.
The last prestigious joint effort has been with the trumpet player from Sardinia Paolo Fresu and the string quartet Alborada, with whom the band has had the honor to share the own repertoire.
This concert that was a great success and met the public approval too, was held in the Toselli Theaterhouse of Cuneo in the spring 2010 in the course of the Mountain Festival.

The Abnoba band has held many concerts in Italy and Europe; they have taken part to many prestigious events like:
XX Winter Olympic Games Torino 2006 - Medals Plaza - Torino (Italy)
Andanças - Sao Pedro do Sul (Portugal)
Cimeira do fole Festival - Agueda (Portugal)
Etetrad - Aosta (Italy)
Eurofolk - Segovia (Spain)
European Jazz Festival - Cagliari (Italy)
Festival Interceltique de Lorient - Lorient/Bretagne (France)
Folkest - Spilimbergo (Italy)
Folkontest - Casale Monferrato (Italy)
Isola Folk - Suisio (Italy)
Occitanica - Roccasparvera (Italy)
Premio Città di Loano - Loano (Italy)
Sentieri Acustici - Bardalone (Italy)
Torino Settembre Musica - Torino (Italy)

MEMBERS OF ABNOBA

Vincent BONIFACE Clarinet, Sax, Bagpipes, Melodeon.
Was born in a family of musicians repository of the traditional music of the western Alps (Trouveur Valdotèn).
He centers his research on mixing the folk music with the experimentation. He is able to play many different instruments and he can works in different fields, from the composition to the improvisation and the methodology of an instrument. He is also an organizer of events. He loves to face different musical languages. (He is a member of Torino JazzLab). Together with Anne-Lise Foy and Stephan Milleret founds the trio “TOC TOC TOC”, going near to the “chanson française” and to the “british swing” folk.

Simone BOTTASSO Melodeon, Traverse Flute.
After having learnt the art of music in the Occitan valleys where he was born he faced with other “diatonic” realities all around Europe, bearing the different techniques and musicality that offer to his mind something new. Inside his instrument are hidden now a great number of colored notes and sounds which only him knows all the possible combinations. He is very expert in music, impetuous, powerful, finally he is an irresistible diatonic organ virtuoso. Simone supports the melody of Abnoba with his extraordinary rhythmic, then, suddenly he became the leading man who takes the listeners into a meticulous whirl of poetry.

Paolo DALL’ARA Bagpipes, Recorders, Tarota, Bombarde.
He discovers by chance the folk music and the bagpipe which he plays different repertoires for the dance.
Later he tried to take the sound of folk in other kind of sounds. He became