Daddy Was a Driver
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Daddy Was a Driver

Bologna, Emilia-Romagna, Italy | MAJOR

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Band Americana Alternative

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""BLOOD & CURRY" SOUNDTRACK"

The forthcoming movie "Blood & Curry" directed by Atul Sharma will contain a track from the new Daddy Was A Driver album! The song "Riding Day by Day" made the cut. - ZIP RECORDS


"Daddy Was A Driver - review"

(Alt.Country Rock/Guitar Rock) 2010 Zip - wohl selten hat der Begriff Spaghetti Western besser gepasst als bei dieser Combo, die... tatsächlich aus Italien (Bologna) stammt und sich ganz extrem dem Desert Sound solcher Vorbilder wie Calexico, Friends Of Dean Martinez, Giant Sand und Sidewinders/Sand Rubies verschrieben hat. Das Quartett in klassischer Besetzung (2 Guitars, Bass, Drums), das zuvor DeSoto hieß, sich aber aus rechtlichen Gründen umbennen musste, hat offensichtlich alle nötigen Lektionen gelernt und seine 12 Stücke zwar noch in einem italienischen Studio eingespielt, dann aber von keinem Geringeren als dem Wüstenrock-Soundmann schlechthin, Craig Schumacher, in dessen legendärem Wavelab Studio in Tucson abmischen lassen! Okay, den wahren Klang haben sie also schon mal hingekriegt, spielen können sie auch: Die twangig-spacige Leadgitarre jubiliert durchweg im Stil von Greyhound Soul's Jason DeCorse mit ein bisschen Byrds/R.E.M.-Feeling eines Peter Buck, die Rhythm Section schleppt sich herrlich verschlafen durch die Einöde. Eine echte Show aber sind die köstlichen "Reisebeschreibungen" von Singer/Songwriter Maurizio Guidoni - 'Postcards From Des Moines', 'Disbanded In Flagstaff', 'Somewhere In Tombstone', 'Riding Day By Day','Country Radio Station' sind praktisch selbsterklärend. Feat. Nick Luca (Klavier) auf der CIYB-Ballade 'Please Stop Crying'. - Chill Music Webzine


"SENTIREASCOLTARE Review"

SENTIREASCOLTARE Review
Tra le prime cose che si notano c'è senz'altro la pronuncia: ogni parola scolpita come fosse una sculturina d'aria, tipico marchio d'inglese imparato bene ma pur sempre imparato. E' un difetto, sì, ma di quelli che convalidano anziché invalidare, elemento oserei dire filmico che consolida e rimpolpa il sogno-spaghetti dei Daddy Was A Driver, bolognesi un tempo noti come DeSoto. Sono quattro ragazzi con l'immaginario piantato da qualche parte tra il paisley meno furioso, le nostalgie country-sixties dei R.E.M. e una spolverata di surf condito col peyote (vedi la tarantiniana Riding Day By Day, non a caso destinata a far parte della soundtrack di Blood & Curry, film diretto da Atul Sharma).
Paesaggi sonici ben noti ed esplorati, che però i Nostri abitano con quel misto di convinzione, disinvoltura e ironia (prendete l'Elvis di riporto in Please Stop Crying) di chi ha colmato la distanza che separa il desiderio dal reale. Un gioco giocato sul serio, volando in quel di Tucson dove la partita puoi disputarla davvero "in casa", registrando (bene) assieme a Craig Schumacher (già dietro la console per Calexico, Steve Wynn, Neko Case, Giant Sands...) quei tre quarti d'ora di microcosmo western ruspante e acidulo, indolente e indolenzito, cazzone ma a suo modo rigoroso e in fin dei conti inattaccabile. Il motore gira come se non dovesse fermarsi mai. La direzione è ostinata, l'andatura confortevole, la compagnia buona.
- Sentireascoltare


"Daddy Was a Driver: daddy was a driver CD ( ZIP rds / 2010)"

GBR 'zine / Radio / Soubielle P. / MAY 2010
" Daddy Was a Driver : daddy was a driver CD ( ZIP rds / 2010)
Just imagine Italian band into Arizona western Culture sound !.
"postcards from Des moines " open track side is a cloud of
various music influences like the Giant Sand (9'T's) music 's spirit
& the Byrds ( '6'T's ) country music zone .
" sheena was a country girl "remind me the soundtrack of 'Easy Riders '
B.O. & "song of a miner " 'd be sounding as a meltin ' pot savoir -faire
between the New Salem Witch Hunter / Neil Young / Velvet /music 'spirit.
To close the album "somewhere in tombstone" is a really cool ballade .
Daddy was a Driver 12 songs album guess to listen Serge Leone vision
of USA "
GBR 'zine / Radio / Soubielle P . / MAY 2010

Sincerely
Patryck - GBR 'zine / Radio / Soubielle P. / MAY 2010


"Daddy Was A Driver - interview"

Le canzoni nascono a Bologna, ma poi passano per le mani di Craig Schumacher (Calexico, Steve Wynn, Giant Sands) e vengono suonate nelle maggiori radio statunitensi. I Daddy Was A Driver hanno belle storie alle spalle, di quelle di frontiera, perfette per la musica folk. E per poco non sono riusciti ad avere Howe Gelb come ospite nel nuovo disco. L'intervista di Ester Apa.

Dai Desoto a Daddy was a driver. Chi eravate prima, chi siete diventati adesso?
In realtà è da Earl & the Losers a Daddy Was A Driver. Desoto fu il nome scelto quando, dopo qualche cambio di line up, a Enrico (già batterista di Earl & the Losers) si unirono Marco e Gabriele, che avevano già suonato con me in altre formazioni. Desoto e Earl & the Losers hanno quasi vissuto parallelamente per un po'. In realtà Earl & the Losers sono stati un banco di prova per mettere insieme le sonorità di Morricone con la rabbia grezza e primordiale di Link Wray e le allucinazione di David Lynch che (incredibile) scrisse un pezzo incluso nella colonna sonora del suo capolavoro, "Cuore Selvaggio", le cui sonorità anticipavano di quasi dieci anni il sound dei Calexico. Come Desoto iniziammo a suonare le canzoni che trovi oggi nel nuovo disco, quasi tutte con una struttura canonica, lasciando gli strumentali a Earl & the Losers e cercando però di mantenere, per entrambi i progetti, sonorità abbastanza omogenee. Poi un giorno ricevo una email di una band che si chiama Desoto Caucus, che altro non sono che i tre danesi che suonano con Howe Gelb nei Giant Sands dal momento in cui Burns e Convertino hanno deciso di avere tempo solo per i Calexico. I tre ci hanno chiesto, senza tanti giri di parole, di trovare un altro nome visto che loro utilizzavano Desoto già da quattro anni e il genere era abbastanza simile. Nessun problema! A quel punto fa la sua comparsa Daddy Was A Driver, titolo di un vecchio brano dei Boyz From Des Moines.

Tre nomi diversi in cinque anni e un esordio sui generis per un gruppo italiano che è all'insegna della musica surf. Dick Dale, The Chantays, Surfaris. I piedi piantati a Bologna, i suoni nelle orecchie venivano invece direttamente dalle spiagge californiane?
In realtà nessuno di noi è mai stato un vero fanatico del surf strumentale o del mito Californiano anni 60. A me sono sempre piaciuti Link Wray e Eddie & the Showmen e soprattutto la rabbia sonora di certi pezzi di quel periodo. Come già detto Earl & the Losers erano un banco di prova ma un disco ("Maximum Surf'n'Western from Tortello Town") lo abbiamo pubblicato con l'etichetta di Atene Fuzz Overdose Records. Si trattava di un demo registrato in poche ore spendendo 200 euro in tutto. Otto di quelle dieci canzoni le avevo scritte in un pomeriggio, ma il disco funzionava e ad oggi devo dire che riascoltandolo l'effetto è ancora piacevole.

Poi arriva Hank Williams, i Buffalo Springfield, David Crosby, l'America degli anni 60, il country…
Tuttora il mio gruppo preferito sono i Beatles e mi è sempre piaciuta la musica inglese, almeno fino alla New Wave, ma non sono mai riuscito a trarne ispirazione per scrivere canzoni. Il salto oltreoceano è avvenuto con le suggestioni visive dei film di David Lynch e Gus Van Sant e "Boys Don't Cry" di Kimberly Peirce. A questo immaginario americano va aggiunto il fatto che mio padre è sempre stato un fanatico di film western, soprattutto quelli italiani con i quali sono cresciuto. Il salto si conclude con la scoperta di due dischi degli anni 90 di Neil Young ("Mirror Ball" e "Broken Arrow"), forse poco conosciuti e amati rispetto a quelli del passato, e l'arrivo sulla scena di gruppi come Giant Sand, Calexico, Grandaddy e (qualche anno prima) gli Uncle Tupelo che seguendo il solco tracciato dal paisley underground mescolano il country, odiato fino a quel momento dagli adolescenti, al punk. Dopo queste esperienze David Crosby, Byrds, Buffalo Springfield e Neil Young riascoltati a posteriori mi hanno fatto un effetto diverso. Per Hank Williams il discorso è più complesso: lui è il padre del country e se non vuoi deragliare e finire a suonare country lagnoso, melense ballate o tormentoni sudisti come "Sweet Home Alabama", è meglio ogni tanto dargli una rispolverata. Ma ci sono voluti i racconti sul Midwest di una mia amica che se ne è andata a vivere a Des Moines (Iowa) dopo aver sposato un ragazzo di lì, hanno acceso la miccia su quel bizzarro mondo a metà tra la provincia bianca e annoiata del Midwest e la zona al confine col Messico, popolato da una strana umanità che si eccita e deprime con niente.

E infine dalla porta principale entra in scena Sergio Leone. Il Belpaese che incontra il Nuovo Mondo. E' un autore che hai divorato o quell'immaginario cinematografico è arrivato a posteriori?
Le colonne sonore di Morricone e i film di Sergio Leone le conosco fin da bambino. Per quanto mi riguarda David Lynch in coppia con Angelo Badalamenti (che ha scritto quasi tutte le colonne sonore dei suoi film) hanno aggiornato la coppia Morricone/Leone e Nicolas Cage è stato per un po' il nuovo Clint Eastwood. Niente più saloon e città fantasma ma la desolata periferia americana, ipnotica e malsana come la Big Tuna di "Cuore Selvaggio".

Già che hai tirato in ballo Eastwood, a mio avviso la colonna sonora di "Il Buono, il Brutto e il Cattivo" non può essere esclusa dal nostro discorso.
La chitarra solista de "Il Buono, il Brutto e il Cattivo" è fantastica e il tema è surf'n'western allo stato puro. Quello è forse l'incipit di tutto, qualcosa di "nostrano" col quale sono cresciuto. Ed è forse quello che rende credibile, anche agli americani, il fatto che un italiano si metta a scrivere musica a metà tra il country e il desert senza sentirsi un'idiota che scimmiotta un'altra cultura.

Dove e come nascono i brani di questo nuovo lavoro?
Ora i brani li scrivo tutti io. In passato, in collaborazione con Gabriele che nel disco suona il basso e fa i cori. A volte prendo l'atlante degli Stati Uniti, cerco una città anonima di uno stato anonimo e mi immagino una storia. Nella maggior parte dei casi si tratti di trentenni bianchi che vengono lasciati dalla loro donna o perdono il lavoro o hanno una band che si sfascia durante un tour male organizzato. Negli ultimi mesi però ho ascoltato molto i Beach House e credo sia giunto il momento di aggiornare le tematiche.

Dodici tracce co-prodotte da Craig Schumacher, nome tutelare che dietro la console negli ultimi anni ha lavorato per band come Calexico, Steve Wynn, Neko Case, Giant Sands. Raccontaci il suo modus operandi ma soprattutto il valore aggiunto di un'esperienza di questo tipo…
Cercavamo quel suono desert e polveroso inventato da Craig Schumacher per Calexico e Giant Sand ai Wavelab Studio di Tucson e quindi, dopo aver registrato a Bologna agli Alpha Dept con Giacomo Fiorenza, gli abbiamo chiesto se fosse interessato alla cosa. Lui ha fatto un brano di prova e il risultato era quello che volevamo quindi Marco e Enrico sono andati a Tucson a seguire il resto del lavoro. Mi hanno raccontato che Craig Schumacher si siede al mixer e lavora sui pezzi con gli occhi semichiusi muovendo le mani sulla consolle come uno sciamano. Nel nostro caso ha ribaltato i suoni di batteria e basso, aggiunto profondità al suono e dato corpo ad alcuni suoni di chitarra forse troppo secchi all'origine; è un tipo alla mano con molta esperienza. Ad un certo punto mancava qualcosa in "Please Stop Crying", che è un country quasi tradizionale, ed è venuto fuori con l'idea di un pianoforte trattato. Mancava però il pianista, allora ha preso il telefono e ha chiamato Howe Gelb che però era in tour in Nuova Zelanda. A quel punto ha optato per Nick Luca, un polistrumentista che lavora con lui e ha suonato in vari dischi di Calexico, Neko Case, Steve Wynn, Goldfrapp, Giant Sand, Iron and Wine, Robyn Hitchcock e altri. Il risultato non è male ma abbiamo perso l'occasione di avere Howe Gelb che suona in un nostro pezzo. Finito il lavoro Craig Schumacher ha poi mandato il tutto a Los Angeles per il master. Il disco alla fine è venuto come volevamo e a me ha lasciato la certezza che oggi puoi avere un ottimo suono anche con strumenti economici: quello che fa la differenza è la registrazione e il lavoro dietro al mixer. Il vintage è per amatori.

Il disco è uscito per l'etichetta americana Zip Records. La scelta di farsi produrre da una label non italiana è stata voluta o pura casualità?
Volevo assolutamente una etichetta americana nonostante quel genere musicale abbia più seguito in Europa che non negli Stati Uniti. Effettivamente ho cercato di proporlo anche qui ma quando mi hanno risposto da San Francisco non ho avuto dubbi. Durante i primi approcci con la Zip Records c'è stato un certo interesse da parte dell'etichetta di Serj Tankian dei System Of A Down. Ma sinceramente cosa c'entravamo con loro? Riguardo l'Europa la Zip Records aprirà la sede europea in Olanda ma non sarà a breve quindi al momento ci ha lasciati liberi di pubblicare il disco in Italia e qualche altro paese come la Germania. Come etichetta hanno un modo di lavorare abbastanza serrato e infatti mi hanno già chiesto un altro disco da pubblicare a inizio 2011 e anche quello dovrebbe uscire prima negli Stati Uniti.

Presumo che il planning promozionale si sia mosso lungo binari internazionali. Che tipo di accoglienza avete avuto in acque non nostrane? Siete stati a suonare in Europa o fuori dalle sue frontiere?
La Zip Records è distribuita in Usa e Canada dalla Red che fa parte della Sony. Il che vuol dire tanto e niente. Magari lo trovi da Walmart a Milwaukee tra la roba etnica ma non nel negozio specializzato dove vorresti che fosse. Per la promozione hanno speso abbastanza e il disco, a 3 mesi dalla sua uscita, continua ad essere recensito e pubblicizzato bene, per quello che posso vedere da qui. Quello che so di certo è che ha passaggi radiofonici regolari sia negli Stati Uniti che in Europa e questo non è male. Ho visto inoltre che gli agganci con i dj sono quelli che, nel nostro caso, portano più contatti per i live rispetto alle booking agency. L'hanno scorso abbiamo suonato a Kiel vicino ad Amburgo, a fine luglio abbiamo fatto 2 date a Berlino, una delle quali nel miglior locale che abbia mai visto, il Bassy Club. Dovremmo replicare in Germania ad Amburgo e Monaco. Altri contatti li abbiamo per suonare a Stoccolma, Atene, Valencia e Vienna. Intanto tentiamo di entrare al SXSW 2011 a Austin. In quel caso sono già certe altre date a New York e costa atlantica. Con una nuova line up, però. Perché nel frattempo, come spesso succede, il gruppo che ha registrato il disco è esploso e altri componenti sono entrati.

"Riding Day by Day" è entrato a far parte della colonna sonora di "Blood & Curry" lungometraggio di Atul Sharma. Immagino sia un bel traguardo per un gruppo nettamente cinematografico come il vostro...
Non male! "Blood & Curry" dovrebbe andare, tra gli altri, al Sundance Film Festival dove spero che qualcuno noti la canzone e me ne chieda altre… non mi dispiacerebbe come lavoro.

Abitate ancora a Bologna? Avete pensato dopo l'uscita dell'album che un progetto come il vostro avrebbe vita più facile fuori dai nostri confini?
Abitiamo tutti tra Bologna, Ravenna e Ferrara. Nonostante il disco "viva" fuori Italia, vivere di musica è quasi impossibile a certi livelli. Forse la Germania e città come Berlino offrono qualcosa in più a chi fa musica oggi, però è solo una sensazione. Non credo sia comunque facile.

Un'ultima curiosità, ci dici perché Sheena è un "Country girl"? Me la ricordavo in altri ambiti.
Sheena is a Punk Rocker! La canzone racconta la storia di 4 ragazze americane che hanno un gruppo, girano con il loro van per il paese e fanno i loro concerti suonando rock and roll come meglio possono. Poi ad un certo punto della loro vita rientrano nei ranghi, vendono gli strumenti, comprano 4 microonde e cominciano a cucinare dei pasti per i 4 sfigati che hanno sposato. Ma è probabile che Sheena, dopo qualche anno speso da brava massaia americana, torni ad essere punk rocker. ROCKIT - Rockit


"Daddy Was A Driver - Review"

Un affascinante road-movie che si consuma tra la sabbia infuocata del deserto dell'Arizona e la desolata e malsana provincia americana raccontata in "Cuore Selvaggio". Un western/noir con le chitarre e le automobili che prendono il posto delle pistole e dei cavalli. Ha tutto quello che serve per imprimersi nella memoria degli ascoltatori questo esordio dei Daddy was a driver, sonorizzazione desiderabile di un lungometraggio che racconti storie di frontiera, l'immaginario degli Spaghetti western fra amore, morte, suspence, nostalgia, azione e riflessione e l'indagine psicologica del cinema perversamente onirico e surreale di David Lynch. Naturalismo ed espressionismo, narrazione e metafisica. Fra deserti roventi come tizzoni d'inferno, carreggiate erose dal sole e dalla polvere alcalina che s'inoltrano fra lingue di sabbia cosparse da aghi d'abete, cespugli di mesquite mossi dal vento, canaloni di roccia e canyon sterposi che s'innalzano in lontananza. C'è una limpida ispirazione dylaniana, le galoppate di Morricone, il country prima maniera, l'America degli anni 60 tra Neil Young, Grandaddy e Calexico. Se questo non bastasse a dare lustro all'intero progetto è Craig Schumacher, nome tutelare che dietro la console negli ultimi anni ha lavorato per band come Steve Wynn, Neko Case, Giant Sands, che li scaraventa dritti nelle principali radio americane. Si muovono fra città fantasma, ubriache e cenciose, coi neon sbrecciati che riflettono una desolazione umana ancor più sordida e profonda. Una passione clandestina. Un patto criminale firmato col sangue. La fuga misteriosa e conturbante verso luoghi sconosciuti. Il destino implacabile che si frappone fra i due amanti diabolici, intrappolando l'amore nel dedalo della morte e del sospetto che è l'unica legge immutabile nella dura frontiera del vivere. Un'innegabile dote compositiva e l'abilità nel rivisitare e contaminare il genere di riferimento fanno il resto, rendendo questo esordio un'opera desert-country postmoderna di ottimo spessore. Ascoltare per credere! - Rockit


"ROCKSHOCK REVIEW"

Ecco dov’erano finiti i DeSoto, si sono trasformati dalle loro ceneri, diventando i Daddy Was a Driver.
Il loro disco omonimo è un atto d’amore a tutta la tradizione country-rock, a quell’immaginario western passato al microscopio negli anni ’60 di Neil Young.
Craig Schumacher è stato chiamato al banco mixer, scelta davvero coerente col progetto Daddy Was a Driver, dato che ha già lavorato – tra gli altri, con Calexico e Giant Sand.
Al di là della felice scelta produttiva, complice di un’ottima registrazione, i Daddy Was a Driver sanno maneggiare i loro strumenti e la composizione con una facilità e disinvoltura sconcertante. Il loro disco non è semplicemente piacevole, ma addirittura in grado di far innamorare del country-rock anche chi parte con i più (ri)triti preconcetti.
Ubriachi da saloon, pianisti che non vogliono essere sparati, donnacce d’altri tempi, panorami brulli e sconfinati, cavalli, sudore e polvere: è il lontano west, è l’immaginario richiamato dai Daddy Was a Driver. Per loro gli spaghetti-western e Ennio Morricone non sono mai esistiti. E per stavolta va bene così.
http://www.rockshock.it/recensione-daddy-was-a-driver/
- ROCKSHOCK


"ZIP RECORDS - DADDY WAS A DRIVER"

NWE3.COM Review and Banner
ZIP RECORDS - Owned and operated by music impresario Arthur Herman, S.F. based ZIP are scripting some clever 21st century pop art including of course, Steve Allen’s long awaited comeback called Thinline. One of the most eclectic Zip titles of late is a self-titled, 2010 12 track CD release from Italian pop rockers called Daddy Was A Driver. Weird name for a band no doubt, but there’s some daring pop smarts in play on the twelve track CD. Not surprisingly after a spin or two, you can hear why DWAD cites huge American music influences from the height of the ‘60s, such as The Byrds and Velvet Underground, as big influences. At times you can hear echoes of both Jim McGuinn and Lou Reed, sort of “Mr. Tambourine Man” meets “Sweet Jane” by way of Bologna Italy! Coming from Italy of course, these guys script their M.O. with the implied seal of approval of both filmmakers Sergio Leone and David Lynch. Guitarist / vocalist / composer Maurizio Guidoni gets solid backup from the band, while the CD is well recorded and is enhanced by some wildly imaginative digi-pak packaging and artwork. Check ‘em out of on the Murdoch’s myspace.com. - NWE3.COM Review


"News @ Pirate Cat Radio: Daddy Was A Driver self-titled release"

Daddy Was A Driver Review: Spaghetti Western meets Italian-Americano Indie in Daddy Was A Driver’s self-titled album. From “Somewhere In Tombstone” to “I’m Goin’ Home (With My Girlfriend), Maurizio Guidoni, Marco Gisfredi, Gabriele Balducci and Enrico Soverini bring the swag from Bologna and prove that you don’t need to be from America to be a great Country band. Every song on the album has the same twang, but with each track boasting its own unique narrative. “Son(g) Of A Miner” is especially impressive with its thoughtful lyrics and Americano instrumentals.
Tracks:
2. Postcards From Des Moines
3. Disbanded In Flagstaff
8. Son(g) Of A Miner
11. Please Stop Crying
Sounds like: The Byrds, Grandaddy, Calexico, Buffalo Springfield
- PIRATE CAT RADIO (San Francisco)


"DADDY WAS A DRIVER"

The band began in March 2005 in Bologna, Italy with the name ‘Earl and the Losers’. Playing original surf instrumental music,
they were quickly signed to Greek label Fuzz Overdose Records and in 2007 their debut album was released. With a new sound and a new name (DeSoto), chief songwriter Maurizio introduced songs with more of an Italian Spaghetti Western
sound. The main inuences for such songs came from sixties acts like Bualo Springeld and the Byrds. Equally represented in such sound were “Americana” country artists like Giant Sand, Calexico, Uncle Tupelo, Grandaddy, Green On Red and Velvet Underground. Daddy Was A Driver is the band’s brand spankin’ new name, but the songs remain rooted in the same inuences; however, critics also note strong inuences from movies by Sergio Leone and David Lynch. Most pertinent to this self titled CD, the band ew to Tucson, Arizona and mixed the tracks at the famous Wave Lab Studios in order to capture the great desert sound. This album represents the perfect marriage of authentic Italian Spaghetti (western music) and “American desert country”! The sound is unique and the love for Americana by these four guys from Bologna shines bright. An extensive tour schedule of Canada, the US West Coast and Southwest in the Spring of 2011 will introduce this amazing band to North American audiences. - MRI


Discography

Daddy Was a Driver "Self titled", Zip Records (San Francisco - Usa, 2010).

As Earl & the Losers "Maximum Surf'n'Western from Tortello Town", Fuzz Overdose Records (Athens - Greece, 2008).

www.myspace.com/thedesoto
www.myspace.com/daddywasadriver
www.myspace.com/earlandthelosers
www.ziprecords.com
http://www.youtube.com/watch?v=GTYuMxW5hDo&feature=channel_video_title
www.myspace.com/fuzzoverdoserec

Photos

Bio

The band began in March 2005 in Bologna, Italy with the name ‘Earl and the Losers’. Playing original surf instrumental music,
they were quickly signed to Greek label Fuzz Overdose Records and in 2007 their debut album was released. With a new
sound and a new name (DeSoto), chief songwriter Maurizio introduced songs with more of an Italian Spaghetti Western
sound. The main influences for such songs came from sixties acts like Buffalo Springfield and the Byrds. Equally represented
in such sound were “Americana” country artists like Giant Sand, Calexico, Uncle Tupelo, Grandaddy, Green On Red and Velvet
Underground. Daddy Was A Driver is the band’s brand spankin’ new name, but the songs remain rooted in the same influences;
however, critics also note strong influences from movies by Sergio Leone and David Lynch. Most pertinent to this self
titled CD, the band flew to Tucson, Arizona, where they mixed and produced the tracks at the famous Wave Lab Studios with Craig Schumacher (producer of Calexico, Giant Sand, Steve Wynn, Neko Case, ect) in order to capture the great desert sound. This album represents the perfect marriage of authentic Italian Spaghetti (western music) and “American desert country”! The sound is unique and the love for Americana by these four guys from Bologna shines bright. The album has been released the 27th of April 2010 by Zip Records; while the soundtrack of the American movie "Blood & Curry", directed by Atul Sharma, will contain one of the songs included in the album: 'Riding Day By Day'. A new album will be released in March 2011.

http://www.youtube.com/watch?v=GTYuMxW5hDo&feature=channel_video_title