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"Il Megafono"

“Regredire sotto le stelle” è il nuovo disco di Davidormi, progetto cantautoriale che ruota attorno a Davide Dormiente e si avvale della collaborazione di Valerio Di Croce (chitarre acustiche ed elettrica), Lorenzo Semorile (chitarre acustiche e voce narrante nell'intro), Nicola De Amicis (contrabbasso), Aurora Rizza (violino), Luca Benedetti (percussioni). È un lavoro dalle atmosfere vellutate e sognanti, strettamente connesso alle “Cosmicomiche” di Calvino e, più in generale, all’introspezione. Un gruppo che trova le sue radici a Modica, ma che ha il suo baricentro a Roma. L’intro, testo di Calvino, ci conduce alla coinvolgente Pioggia acida. Il riff e il sapore di ballata etnica, arcaica, che scava indietro nel tempo, diventano ballata leggera, incisive linee di ottimismo ed affetto. “Non avere paura, non avere paura mai”, dice il testo, quasi a farsi inno a visioni d’insieme della durezza e della bruttezza della vita vinti dalla fiducia nell’Uomo.

“Ritorneranno i giorni malati” recita il testo. La malinconia e le crude realtà delle città finiscono per essere addolcite dal miele della carica consolatoria del pezzo. Scivola sulle trame del contrabbasso e vola sul violino Cuore di carta. Quest’ultimo dialoga con le note della chitarra. Il ritmo rende vive le parole lente e soffici. Il tormento del quotidiano si sfalda di fronte alla forza dell’amore, che lo esorcizza e lo addomestica. “Non conosco suono che mi renda buono” dice la voce narrante di questa storia di uomo, ma sembra smentito dalla piacevolezza del pezzo. La chitarra elettrica pesca negli anfratti dell’anima, nel pozzo creato dall’armonia cupa dei bassi, trasmette inquietudine. I momenti migliori si addormenta un attimo, prima che entri in scena la voce narrante: “Ricordi, eravamo insetti invisibili”. Ed ancora : “Qualcosa nell’aria si muove, forse sono i brividi”.

I momenti vissuti e perduti, inabissati e riscoperti dalle note palombare di Davidormi, si palesano alla luce dell’oggi, in un’epifania struggente. Una canzone dedicata, forse, all’impossibilità di fermare il tempo, che rende cruda la vita, che ci fa caduchi, come le foglie di ungarettiana memoria. Una canzone che ci ricorda il valore di ogni singolo momento, la grandezza che schiude l’esistenza, la grandezza nascosta dalle tempestose alienazioni del quotidiano. Oscurata da sonorità arcaiche e cupe, Regredire sotto le stelle vaga per gli incubi e le paure dell’Uomo. Zigana ed araba, quando non anche squisitamente etnica, la canzone intercetta il lato meno chiaro dell’onirico, i suoi simboli criptici e le figure mostruose dell’inconscio. Serpeggia su percussioni antiche, tenta di liberarsi su ali di sei corde, tende ad una fuga che sembra impossibile, ma che resta come mediata da un torpore imbattibile. È un torpore vago, da sogno, che rende l’orrore più tiepido e lascia l’ascoltatore sospeso. Tinge i suoi passi su tele invisibili Lontano.

Ricorda, forse, Les amants di Magritte. Ricerca tormentata dell’essenza reale dell’amata o amato che sia. Ci regala immagini splendide come “il petalo di un fiore immobile che tarda a crescere” oppure “gioco spesso a nascondino per nasconder qualcosa di me”. Mette a nudo tutte le fragilità dei rapporti umani, li avvolge in un manto di note di miele e atmosfere dolci e inquiete. “Regredire sotto le stelle” è un disco costruito su armonie coinvolgenti, dove l’architettura sonora regge le testimonianze di storie umane. È, appunto, l’Uomo il protagonista di quest’opera: la sua natura fragile e le sue incredibili bellezze. La mente degli uomini di questo tempo, intrappolati in una ricerca dell’Io, dei valori e delle consolazioni al male di vivere, si riconoscerà in questo ritratto di paesaggi emozionali come in uno specchio. - Il Megafono


"Les Flaneurs"

Potrei raccontarvi di un progetto nato all’inizio dell’anno di grazia 2008. Da un parto mentale di Davide Dormiente, modicano di nascita, romano d’adozione, psicologo per riflessione e cantautore per motivi di salute. Ma forse dovreste leggere le Cosmicomiche di Italo Calvino, e capire da dove venga effettivamente Davide Dormiente, da ora in poi chiamato Davidormi. Sulla sua pagina MySpace si può leggere: “Davidormi investe buona parte delle sue energie nella ricerca di musicisti con i quali riarrangiare i propri brani e tentare la strada dell’esibizione dal vivo, allo scopo di promuovere la sua musica. Impresa che richiede molti sforzi e che inizialmente non ottiene i risultati sperati”. Cantautore per motivi di salute. Eppure quelli di Radio Onda Rossa alla fine lo notano, facendo entrare i suoi brani nell’affascinante stardom della radiofonia sotterranea. Davidormi riesce a suonare nella sua città natale, in Sicilia, ospite nel corso di un concerto dei “Giardini della preesistenza”. Potrei raccontarvi di come poi Davidormi si esibirà a bordo di un treno, dalla Stazione Termini a Laziali Pantano. Di come allargherà la sua band, grazie a conoscenze in ambito universitario. Psicologo per riflessione. Potrei raccontarvi tutto questo, ma – ovviamente – non lo farò. Quello che farò è invece parlare con Davide Dormiente, offrendogli un caffè sulla Luna.



Rumori: Parliamo del video di “Sulla Luna”. Ad un tratto, tra i libri presenti sul tavolo, scegli quello di Italo Calvino, “La memoria del mondo e altre storie Cosmicomiche”. Me lo sono procurato e, a pagina cinque, leggo: “Una volta, secondo Sir George H. Darwin, la Luna era molto vicina alla Terra. Furono le maree che a poco a poco la spinsero lontano: le maree che lei Luna provoca nelle acque terrestri e in cui la Terra perde lentamente energia”. Ma per la tua musica la Luna è ancora molto vicina alla Terra, o sbaglio?

Davidormi: No, non ti sbagli. Nella mia musica ed in particolare nei videoclip lunari, Terra e Luna, pur essendo mondi separati, in realtà sono legati tra loro da un rapporto di interdipendenza reciproca. La Terra rappresenta il mondo reale, della quotidianità, in cui spesso ci lasciamo trasportare dagli eventi senza rendercene conto. Un mondo dove alle volte le persone stanno male, si sentono intrappolati e oppressi dalla routine e da una società conformista e priva di colori. La Luna, invece, mi piace immaginarla come uno spazio “altro”, come la possibilità di ritrovarsi ad osservare gli eventi da altri punti di vista. La Luna è una sorta di cannocchiale attraverso il quale diventa possibile immaginare da un’altra prospettiva tutto ciò che mi accade: uno spazio di riflessione, di pensiero e di trasformazione creativa della realtà. Ad esempio, tutte le volte che un individuo, di fronte ad una situazione difficile e critica, riesce a cambiare punto di vista, di solito è in grado di uscire dalla situazione di stallo, di trovare una soluzione al suo problema, un nuovo punto di partenza e nuove risorse da cui ripartire. Ecco, in quel preciso istante, senza saperlo (o forse si), quell’individuo ha viaggiato alla velocità della luce, ritrovandosi catapultato sulla Luna.

R: Nel video c'è una sveglia gigante, carte mistiche e una maschera anti-gas. Sono intrecciati i loro simboli o sono semplicemente pezzi di un sogno irragionevole?

D: Il sogno è sempre qualcosa di irragionevole. È stato Freud il primo, con la Psicoanalisi, a dare dignità scientifica al sogno, cercando di renderlo in qualche modo “ragionevole” e “traducibile”. Il sogno è irragionevole nel senso che esso utilizza una logica molto diversa rispetto a quella con cui organizziamo e diamo senso alla realtà. Ad esempio, nel sogno non esiste la dimensione temporale, non esiste la contraddizione, la negazione e i simboli acquistano molteplici significati, sono fluidi, mobili. Nel sogno la censura può essere facilmente raggirata ed è proprio nel sogno che possono emergere dimensioni dell’individuo molto interessanti. In qualche modo emerge il suo vero mondo: i suoi desideri e le sue paure più profonde. Nel videoclip “Sulla Luna”, sono proprio partito dalla dimensione del sogno per poi cercare, sia nella fase di stesura del soggetto, che nelle fasi successive, di dare un senso e dei significati più ragionati e pensati. Colgo l’occasione per ringraziare Carlo Sperduti, per la regia e il montaggio, e Marta Mazzucato per lo storyboard, che hanno collaborato con me in entrambi i videoclip e che, ci tengo a sottolinearlo, sono stati realizzati praticamente a budget zero. Ritornando a quello che dicevo prima, nel sogno gli oggetti possono deformarsi e pertanto la sveglia ingigantirsi. Il tempo è fermo, non scorre e può indefinitivamente confondersi passato, presente e futuro. Poi ci sono i tarocchi e la figura del cartomante (tra l’altro, alle riprese ha partecipato un cartomante vero di nome Antonio Buoninconti): un riferimento ad Alejandro Jodorowsky e alla sua Psicomagia. Ed infine, la maschera anti-gas che in qualche modo simbolizza l’incapacità dell’uomo moderno di creare relazioni significative con gli altri. Spesso mi chiedo se effettivamente siamo in grado di sentire il profumo di un fiore, di viverci pienamente e senza riserve un’emozione, sia essa positiva o negativa, senza l’artificio delle maschere nell’incontro con gli altri.

R: Sogno. Nel video ti svegli alle 12.03. Quindi è tutto vero. E' proprio un tuo sogno? E quanto è onirica la tua musica?

D: Si, è un sogno che ho fatto davvero qualche tempo fa, una domenica mattina, e ne rimasi talmente colpito che mi annotai su un foglio l’ora esatta del risveglio: le 12:03. Mi domandi se e quanto la mia musica sia onirica…A questa domanda purtroppo al momento non so darti una risposta.

R: Al di sopra della tua testa, quando ti svegli, c'è un quadro di quel mattacchione pop di Roy Lichtenstein. Se ti chiedessi di illustrarmi in una sola parola la tua visione della creatività, dell'arte? Ah, puoi usarne anche una inventata al momento.

D: Il riferimento a quel mattacchione (sorrido) pop di Roy Lichtenstein è presente in entrambi i videoclip. È un autore che conosco molto poco, ma quel quadro non finirei mai di guardarlo. Quale è la mia visione della creatività, dell’arte? Credo sia molto difficile poter rispondere senza ricorrere a luoghi comuni. Per me creatività nell’arte e, in generale, nell’arte della vita, è libertà di potersi muovere da un punto di vista all’altro. In altre parole, un viaggio continuo lungo la tratta Terra-Luna e Luna-Terra, nell’ottica che accennavo proprio nella parte iniziale dell’intervista. E la cosa sorprendente è che non c’è bisogno di obliterare biglietti o di abbonamenti mensili. Mi sa tanto che, nonostante il mio impegno nel cercare di formulare una definizione più o meno originale, sia comunque incappato nel senso comune…

R: Nel tuo secondo video, "Paesaggi Lunari", c'è ancora il natural satellite, ma non è di questo che vorrei parlarti. Ci sono innanzitutto dei ricordi che vengono versati da una bottiglia di vetro. I tuoi ricordi musicali più belli? (Vedi, così me la sono cavata con innegabile eleganza sulla domanda più trita e spinosa: quali sono le tue influenze?)

D: Sulla Terra il video “Paesaggi Lunari” cronologicamente è il primo dei due. Ma vedo che anche tu inizi a compiere delle interessanti virate in direzione Luna (sorrido). In effetti, nella mia ottica non c’è un primo ed un secondo video: entrambi si equivalgono e si integrano. Per quanto riguarda i ricordi versati da una bottiglia e bevuti, mi piaceva molto l’idea di utilizzare la metafora alimentare per provare a descrivere ricordi e sentimenti di natura opposta (le parole scritte sui diversi pezzetti di carta dentro il piatto). Qui l’influenza, ancora una volta, non è tanto musicale, quanto psicologica, con particolare riferimento alla Psicoterapia della Gestalt di Fritz Perls. Quest’autore diceva che spesso nella vita introiettiamo, mangiamo delle emozioni e delle esperienze senza masticarle adeguatamente. Le mandiamo giù senza averle assimilate: in tal modo non siamo più noi a vivere la nostra vita, bensì i nostri introietti. Ad esempio, facciamo delle cose perché dobbiamo farle, perché ce lo impongono i nostri introietti e non perché desideriamo farle veramente. Pertanto, diventa fondamentale imparare a masticare bene e qualora ve ne fosse necessità, imparare anche a vomitare ciò che riteniamo non faccia al caso nostro, che potrebbe causarci un’indigestione. Ovviamente ho anche delle influenze musicali (ascolto tantissimo Battiato, Marlene Kuntz, i primi Afterhours, Bluvertigo e tanti altri…), ma per quanto riguarda il discorso videoclip mi sono ritornati molto utili, anzi direi fondamentali, i miei studi di Psicologia e alcune letture di Calvino. Spero di essermela cavata pure io un po’ sulla domanda più trita e spinosa…o almeno spero...

R: Ancora, in "Paesaggi Lunari", ci sono un ragazzo dai capelli ricci e una ragazza bionda che quasi sembra Alice nel suo paese delle meraviglie. Come sono i rapporti uomo-donna raccontati dalle canzoni di Davidormi?

D: In Paesaggi Lunari, così come in generale nella musica, affronto spesso la tematica del rapporto uomo-donna: un rapporto complesso, caratterizzato da mille sfaccettature diverse. Un rapporto che può arricchire o, all’opposto, distruggere, creare delle vere e proprie catastrofi nel cuore. Se sulla Luna “l’amore non è una catastrofe mai”, sulla Terra l’amore può alimentare vere e proprie voragini. Ed in parte è quello che avviene nella storia dei due protagonisti del video: uniti nel sogno, nei ricordi, ma separati da un treno nella realtà. A proposito…i protagonisti del video sono 2 miei amici che saluto: il ragazzo con i capelli ricci è Maurizio Giuca, mentre la ragazza bionda che sembra Alice nel suo Paese delle meraviglie, Stefania La Corte.

R: Infine, sempre sul secondo video, ho una curiosità. Quali quartieri di Roma avete utilizzato per le riprese? Hanno un legame con la tua musica, le tue atmosfere?

D: In entrambi i videoclip la scelta della location non è avvenuta casualmente ma ho cercato di collegarla sia alla musica che al soggetto. Essenzialmente ho scelto dei luoghi a cui sono molto legato. Sulla Luna è stato girato a Villa Gordiani sulla Prenestina, mentre Paesaggi Lunari tra il quartiere San Lorenzo, dove ormai vivo da più di 2 anni, e Villa De Sanctis sulla Casilina, detta anche il Parco delle Sculture, per la presenza di diverse opere d’arte contemporanea tra cui quella mezza Luna gigante che fa da sfondo a tutto il video. Consiglio a tutti di visitare questo parco che ho conosciuto grazie ad un mio amico, Fabrizio Carucci, il quale, sapendo che dovevo girare un videoclip lunare, un giorno mi suggerì di andarlo a visitare. Si tratta di quartieri popolari, ricchi di storia e di tradizioni che mi hanno sempre affascinato.

R: Questa mi piace sempre farla come domanda. In genere utilizzo gli alieni, ma questa volta faccio volentieri un'eccezione. Tre dischi che ti porteresti sulla Luna.

D: Se potessi porterei tutta la musica che ho sull’hard disk…Però devo scegliere…dunque…3 album…Patriots di Franco Battiato, Hai Paura del buio? degli Afterhours e Canzoni a Manovella di Vinicio Capossela.

R: Lo so, ora ti tocca. Chi è Davide Dormiente e soprattutto qual è il suo prossimo passo, se vuoi metaforicamente parlando.

D: Beh…parlando dei miei video penso in qualche modo di aver parlato anche un pò di me. Il prossimo passo, fortunatamente, non sarà solo il mio, ma il nostro. Infatti, dopo quasi un anno e mezzo di estenuante ricerca dei musicisti con cui riarrangiare i miei brani e proporli dal vivo, finalmente sono riuscito a trovare a Roma le persone giuste. Dapprima si è unito al progetto Nicola De Amicis (basso/contrabbasso) e poi, nel tempo, Valerio di Croce (chitarre), Luca Nesti (batteria/percussioni) e Lorenzo Semorile (chitarre). Sono dei musicisti eclettici, molto preparati e delle persone simpaticissime con cui ho anche creato un bel rapporto, non solo artistico ma anche d’amicizia. Sin dall’inizio abbiamo trovato una forte intesa musicale e siamo molto soddisfatti dei 3 brani (I momenti migliori, Pioggia Acida e Cuore di Carta) sui quali ultimamente abbiamo lavorato e che potete ascoltare sul nostro space. C’è passione, voglia di fare e soprattutto ci divertiamo a suonare. Sono felice di condividere con loro quest’esperienza e sono molto soddisfatto per come sono state sviluppate le dinamiche nelle varie composizioni. Non so, forse era destino che dovessimo incontrarci tutti quanti in questo preciso momento delle nostre vite. Da un paio di settimane abbiamo iniziato a proporre dei live acustici in alcuni locali di Roma e di recente abbiamo collaborato con i ragazzi di Sgrang. Sul loro sito è possibile vedere dei video in cui abbiamo suonato in contesti molto particolari: Cuore di carta sul trenino che percorre tutta la Casilina e I momenti migliori a Porta Maggiore. Il 3 luglio parteciperemo alla prima edizione di PalchinParco, festival artistico letterario che si terrà a Campoleone in provincia di Latina e nei giorni seguenti proveremo a registrare alcune canzoni nuove e a ri-registrare i tre brani di cui parlavo prima (in quanto quelli che trovate adesso sullo space sono frutto di una registrazione improvvisata). Parallelamente mantengo anche i contatti con il Sud, anzi, con l’estremo Sud, in particolare con le tante persone di Modica (RG), mio paese d’origine, che mi hanno supportato (e chissà…forse alle volte anche sopportato!!)(sorrido). A tal proposito non posso non ringraziare in particolar modo Giorgio Maltese, Daniela Sammito e Alberto Guarrasi, con i quali, per la prima volta, proprio a Modica ho interpretato alcuni miei brani dal vivo. Concludo ringraziando anche tutte le persone che da tempo seguono tramite i diversi canali in rete (YouTube, Facebook, MySpace) questo progetto musicale un po’ strampalato. Non è retorica, ma è grazie ai miei amici e a questo piccolo gruppo di sostenitori, se sono riuscito a superare le difficoltà e tutti quei momenti in cui avrei voluto mollare tutto.

R: Grazie, sei stato gentilissimo. Segnalerò la tua musica a Selene - Les Flaneurs


Discography

EP - Preferisco regredire sotto le stelle (2011)

Photos

Bio

Il progetto Davidormi nasce all’inizio del 2008 da un’idea, dalla chitarra e dalla voce di Davide Dormiente, modicano di nascita, romano d’adozione, psicologo per riflessione e cantautore per motivi di salute. Si concretizza inizialmente in tracce audio elaborate con il supporto di software poco professionali e con l’ideazione di videoclip a budget zero, il primo dei quali, Paesaggi lunari, vedrà la luce nell’estate del 2009, mentre si dovrà attendere la primavera del 2010 per Sulla Luna (in entrambi i lavori, su soggetto dello stesso Davidormi, la regia e il montaggio sono affidati a Carlo Sperduti e lo storyboard a Marta Mazzucato, mentre la fotografia è opera delle condizioni meteo). Nei videoclip il tema della luna è filtrato dall’influenza esercitata sul cantautore da alcuni racconti di Italo Calvino, in particolare quelli delle Cosmicomiche e Luna e Gnac, una delle novelle di Marcovaldo.
A partire dal 2009 Davidormi investe buona parte delle sue energie nella ricerca di musicisti con i quali riarrangiare i propri brani e tentare la strada dell’esibizione dal vivo, allo scopo di promuovere la sua musica. Impresa che richiede molti sforzi e che inizialmente non ottiene i risultati sperati. Nonostante ciò, Davidormi riesce a crearsi un discreto seguito utilizzando vari canali in rete (Youtube, Facebook, Myspace), grazie ai quali alcuni suoi brani vengono notati e trasmessi da diverse emittenti radiofoniche (Radio Zammù, Radio Onda Rossa e altre web radio).
Nel dicembre 2009, con una formazione provvisoria (Giorgio Maltese alla chitarra elettrica, Daniela Sammito alla chitarra acustica e Alberto Guarrasi al violino), Davidormi presenta per la prima volta dal vivo alcuni brani in versione acustica a Modica, nella sua città natale.
Poco prima, nel luglio del 2009, avviene a Roma l’incontro con il bassista/contrabbassista del futuro gruppo, Nicola De Amicis, il quale dimostra sin dall’inizio un sincero interesse nei confronti del progetto. Si uniranno alla band, in seguito, il chitarrista Valerio Di Croce e il batterista Luca "Nesti" Benedetti, entrambi conosciuti in ambito universitario, e il chitarrista Lorenzo Semorile, il cui contributo apporta il giusto equilibrio tra i componenti e consente in breve tempo di trovare una forte intesa e di approdare alle prime esibizioni romane. Tra queste, la prima in assoluto si svolge in un contesto particolare, grazie ai ragazzi di Sgrang: a bordo del trenino che, partendo dalla Stazione Termini, percorre tutta la Casilina in direzione Laziali Pantano. A metà luglio del 2010 la band parte in direzione di Avezzano e in un casale tra le campagne abruzzesi inizia a registrare le prime tracce che comporranno il demo acustico dal titolo "Preferisco regredire sotto le stelle". Dopo il periodo estivo, si unirà al progetto Davidormi anche la violinista Aurora Rizza e, da settembre a dicembre 2010, le registrazioni del demo vengono concluse a Roma. Nel frattempo, il gruppo continua l'attività live, con esibizioni acustiche e in versione elettrica. L'uscita del demo acustico è prevista per giorno 6 gennaio 2011, in serata, e sarà possibile scaricarlo on line gratuitamente fino alla fine di gennaio.