Desert Motel
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Desert Motel

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"Out for the Weekend on Musicletter.it"

Diciamocelo subito: l esordio dei Deser t Motel colpisce non per l or iginalità del sound, in fin dei
conti la band di Aprilia ripercorre parabole musicali già note ai più avvezzi a certo rock americano,
ma per l evidente qualità di ciascuna delle realizzazioni contenute nel mini cd. Un folk-rock di
buona fat tura che ha t ra i pr incipali mentori
manco a dirlo
personaggi come Neil Young,
Gram Parsons, Jackson Brow ne e formazioni quali The Band e Credence Clearw ater
Revival. Una compagine sicuramente poco attuale ma non per questo priva di ingegno, anzi. Con
questo primo episodio Cr ist iano Pizzut i (voce, chitarre, lapsteel, armonica, banjo nonché autore
di musiche e parole) e il vulcanico Fabrizio Lo Cicero (batteria e percussioni) con il contributo di
Massimo Gresia al basso, Rober to Vent imiglia alle chitarre, Alessio Guzzon alla t romba e
Silvia Zanellato (voce) mettono immediatamente in most ra il loro carat tere di talentuosi
outsider. Un gruppo fuori dal coro capace di realizzare un lavoro dalle sonorità sostanzialmente
classiche e out of t ime , senza perdere tut tavia quel piglio indie e quella latente modernità alla
maniera di Calexico, Okkervil River e Wilco. Non è certamente nost ra abitudine tessere le lodi
di chiunque si affacci improvvisamente nell at tuale panorama musicale ma ascoltando Paths,
Resurrection e In You Time Of Need, brani che trasudano sangue e passione, ci si rende conto che
i Deser t Motel sono una bella realtà tut ta italiana che, in barba a tut to, percorrono
coraggiosamente certe st rade secondarie, polverose e talvolta diment icate, alla st regua dei
madrileni Grupo Salvaje. Grazie alla loro recente apparizione alla prima edizione di Riverland,
tenutasi a Sora in provincia di Frosinone, abbiamo potuto constatare che i Desert Motel,
cont rariamente a molte giovani band che durante le esibizioni live perdono d ident ità e impat to
sonoro, sono una vera e propr ia formazione da palcoscenico in grado di dare il meglio di sé
soprat tut to dal vivo. La dimost razione che Out For The Weekend, pur custodendo piacevoli
canovacci rock che s imbrat tano di soul, country e vernici di tex-mex, non esprime appieno le
potenzialità del gruppo pontino. Dunque, per ora godiamoci questo interessante debutto perché in
futuro potrebbero rivelarci sorprese ben più appaganti. - Luca D'ambrosio (musicletter)


"Out for the Weekend on Beautifulfreaks.org"

Già il titolo dell’EP, con il suo omaggio a Neil Young, aiuta ad inquadrare quelle che sono le coordinate e lo stile lungo il quale si muove il progetto Desert Motel. Indie-folk-rock fatto con un suono spontaneo e semplice registrato fin dove possibile con vecchie apparecchiature analogiche per ottenere un sound il più possibilmente veritiero, caldo e sporco quanto basta. Il risultato che andiamo ad ascoltare nelle sei tracce (più intro) di questo EP risulta particolarmente azzeccato visto che i Nostri si fanno alfieri di un discorso musicale di lungo corso che pur nella sua immediatezza espressiva risente di un lungo e ragionato lavoro di cesello alle spalle di ogni singolo brano. Davvero bravi, così distanti da tante mode del momento e così vicini a quelle che sono e rimarranno probabilmente le radici di un suono e un’attitudine che sarà difficile far tramontare. - Alessandro Pollastrini


"Out for the Weekend on Sentireascoltare.com"

Tocca poi a questo duetto da Aprilia, Cristiano (voce, chitarre e tastiere) e Fabrizio (batteria, basso, cori), coadiuvati nelle esibizioni live da Massimo e Roberto, rispettivamente bassista e chitarrista. D'altronde, c'è o non c'è da suonare qualcosa che suoni caldo e pieno? Un sound covato negli anni in cui i due fondatori si sono trovati a collaborare in progetti vari, finché la brama folk rock impregnata di Seventies si è concretizzata nei Desert Motel, al debutto con questo Out For The Week End ep. Già il titolo dice molto. Sette tracce in cui puoi vedere neanche tanto in filigrana la sagoma della Band (What About You), di Petty, dei Calexico, qualcosa di Young e dell'imprescindibile Gram Parsons (Paths). Il suono è pasturato ad organo, slide, armonica, c'è persino una tromba tex-mex. Sfilano ballate acidule col cuore che si spalma on the road (A Song For When You're Blue, Resurrection), la vibrazione analogica incombe su tutto, la voce rammenta vagamente Willie Nelson, una certa rabbia moderna manteca la devozione (This Town, In Your Time Of Need), soprattutto c'è un voler stare con tutti e due i piedi in questo sogno alla frontiera di tutti i sogni disillusi ma evidentemente ancora vivi. Tutto ciò me li fa amare subito e senza condizioni. Sarà che sono sensibile a certe cose. - Stefano Solventi


"Out for the Weekend on Rootshighway.it"

Titolo che non fa nulla per nascondere le radici musicali della band - citando apertamente un classico di Neil Young - Out for The Weekend è l'ep di esordio per un'interessante formazione di Aprilia. I Desert Motel sono innamorati di un suono e di un'atmosfera, di un'America defilata e provinciale da cui arrivano le ballate alternative country e i ricami roots che infondono i sette episodi (per quasi trenta minuti) della raccolta, spesso comunque orientati ad un forte ricamo elettrico. Di questo passo le inevitabili analogie e dipendenze dai modelli americani (dai Richmond Fontaine ai Jayhwaks per arrivare ai padri, fra il citato Neil Young e la Band) si attenuano nella presa diretta e semplice delle canzoni. Le quali sono buone davvero e lasciano aperta una scommessa su questi ragazzi, magari alle prese con un seguito sulla lunga distanza: idee, melodie, chitarre non mancano e trovano un bilianciamento quasi perfetto nelle soffici ambientazioni country rock di Paths e della conclusiva What About You, lunga ballad segnata dal soffio bluesy della chitarra e dalla tromba dell'ospite Alessio Guzzon, e che rimanda non poco alle costruzioni armoniche della Band. Una formula resuscitata anche in A Song for When You're Blue, seppure con risultati più confusi nella produzione e nell'interpretazione vocale. Su questo terreno c'è probabilmente ampio margine di miglioramento: Cristiano Pizzuti non manca di affascinare con un canto strascicato, che risiede in fondo nelle stesse corde del genere, seppure un maggiore trasporto sulle linee elettriche di This Town, la più rock del lotto, avrebbe giovato alla resa finale. Nulla o quasi da eccepire invece sulle traiettorie musicali indicate da Resurrection, dalla giusta marcia epica e questa volta veramente desertica, oppure ancora la più nervosa In Your Time of Need, esempio di bizzoso incrocio fra indie rock e alternative country che i Desert Motel accompagnano anche con una parte testuale degna di attenzione. Un segnale di fumo in mezzo al mare di produzioni più o meno orientate all'indie rock che in questi anni stanno segnando molta parte della scena italiana: il coraggio di Cristiano Pizzuti (voce, chitarre, lap steel, armonica e piano) e Fabrizio Lo Cicero (batteria, basso, backing vocals), completati nella line up da Massimo Grescia al basso e Roberto Ventimiglia alle chitarre, è stato senz'altro quello di inseguire un mood generale, ambientazioni che richiamassero uno stile piuttosto che lavorare di fino, lasciando le briglie sciolte al suono live catturato in studio. - Fabio Cerbone


"Out for the Weekend on Late For the Sky"

here's the review!
http://www.desertmotel.it/media/lftsk1107.jpg
- Paolo Carnevale


"Desert Motel on Kataweb"

L’invasione britannica ha fatto di questi ragazzi una colonia ‘vivente’, nel tempo la voglia di indipendenza li ha portati ad affinare il loro suono, ma il tocco inglese è rimasto dentro la loro natura.
I Desert Motel azzannano questa “Stop” in modo quasi violento, con la batteria a scandire l’introduzione con rullante e piatto, a mettere subito le cose in chiaro: qui si fa rock’n’soul, dove la parte più cattiva arriva direttamente dalla swing london, quella più morbida dagli Stati Uniti di fine anni ’60.
Questo brano sarebbe benissimo potuto nascere durante le sessioni di “Screamadelica” dei Primal Scream, magari non avrebbe superato la fase di provini, ma ha quello stesso atteggiamento.
La voce è nasale, ma ha il giusto suono per navigare sulle onde sature di chitarre e accordoni che fanno girare il pezzo, la melodia è spiccatamente positiva e anche l’inglese non suona esotico.
L’armonia non è certo ricercata, ma allo stesso tempo è difficile costruire qualcosa di sconosciuto su qualcosa di conosciuto, i Desert Motel ci riescono e ringraziano Stephen Stills e i Buffalo Springfield per aver dato l’ispirazione ("For What It's Worth").

La corsa verso altri siti dei Desert Motel è quasi da affamato, così la playlist di MySpace si apre sulle note di “Valentine’s Gone” e un po’ ci rimango male; una ballata era l’ultima cosa che immaginavo di trovarmi, ma va bene così, la voce continua nella sua missione di ‘brutto anatroccolo’, anche se questa melodia è troppo architettata e perde di valore.
“Brugge, Belgium” segue le orme del primo brano, leggermente più movimentato ha una struttura più semplice nella quale il nostro Cristiano Pizzuti da Aprilia perde le fila della voce.
Brani veloci, dove siete!
“Misery Road” sembra vere il titolo giusto, non la velocità, che rimane inchiodata sui 60/70 bpm, ma il movimento terzinato la fa danzare facendo emergere una buona melodia.
“This Town” segna la rinascita dei pedali della distorsione e di ritmi più nervosi, ma siamo ancora lontanissimi da “Stop”; su questo lettore domina la gentilezza, l’affabilità, il giusto dosaggio di zucchero nelle melodie, senza tentare il gusto amaro.
Altro titolo notevole è “A Song For When You’re Blue” che ricorda i Jayhawks ancora prima di ascoltarla, le prime note confermano il sentore, anche se qui si parla in elettrico e senza i cori; l’armonica arriva per alleviare coloro che speravano in un brano country, così come la steel guitar.
Non rimane che tentare l’ultima carta, ossia “In Your Time Of Need” e… finalmente!!!
Ho dovuto lottare contro cinque lentoni prima di ritrovarmi faccia a faccia con un ritmo sguaiato; non siamo ancora al livello di “Stop”, ma la velocità ben si adatta allo stile della voce e alle mani dei Desert Motel.

Anche in questo caso suggerisco di rifare esattamente tutto quello che ha preceduto la nascita di “Stop” e ripeterlo almeno altre 20 volte se i DM vogliono costruire un album ‘discreto’ - Fabrizio Galassi


Discography

2007 - Out for the Weekend EP
2009 - Parking Lots and Rooms for Rent (a live Ep)

Photos

Bio

From 1994 to 2006 Cristiano Pizzuti (voice, guitar) and Fabrizio Lo Cicero (drums), started playing together in several bands in Aprilia, a little town in the south centre of Italy, between Rome and Latina, where they grew up and knew each other as children. On October 2006, they felt the need to record all those songs written and left aside waiting for the right time. And the right moment came as Roberto Ventimiglia (guitar) and Massimo Gresia (bass) joined the band. Desert Motel grew up from the common passion for the indie sound, passing through a wide range of influences. Folk, new acoustic movement, brit and european indie, lo-fi, UK and US rock, 70's songwriting, soft grunge, new psychedelia, 90s americana and so on. The early recording sessions started in January 2007 For these takes, they chose to contain the use of digital recording, opting for an analogic approach as much as possible, in search of a warmer and vintage sound. The recordings took a month, and restarted then in April. On the 13th June they released “Out For the Weekend”, a fully self-produced 7 track EP. Actually the band is about to complete the recording of their first full lenght.