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"Archivio Ottobre 2009"

Direttamente da Perugia ecco la proposta semiseria dei Frost: canzoni facili da ricordare, suoni ballabili che però non sanno di plastica, melodie semplici che non hanno bisogno di X Factor per svelarsi.
Il gruppo non nasconde le proprie passioni: la costruzione dei brani ricorda i Bluvertigo, senza qualcuno che si atteggi a Morgan (per fortuna!), i testi sono divertenti e leggeri quanto basta, i Subsonica stanno dietro l'angolo, ma i Frost sono meno disco e decisamente più allegri.
La loro etichetta, To Lose La Track, continua ad ampliare il proprio raggio d'azione: dalla musica 8-bit passando per l'hardcore ed infine il pop multicolore, con qualche debito ai Sixties (sarà colpa dell'hammond?) e agli Eighties (quelli migliori, un impossibile fusione di Rettore e U2) dei Frost.
Se scaleranno le classifiche è difficile dirlo, però di certo Ludotech si presta ad essere suonato nei party o nei dj set: pensiamo a Sound Crap, che pare scritta dai Krisma, o al britpop di Disco overdrive.
Infine una nota di colore: Ludotech è il primo disco, per quanto ci risulta, sponsorizzato dalla Suzuki! Il brano finale (My Suzuki) è appunto una dedica al celebre marchio di motociclette, nuove frontiere della sponsorizzazione? In ogni caso, congeliamo i nostri dubbi coi Frost.

http://www.inscenamag.it/index.php?page=archivio&id=504 - In Scena Magazine


"Speciali"

Frost, voglio una discoteca labirinto

Ottobre 12, 2009

Fare la differenza. Scrivere tutto e bene, dai tormentoni ipercalorici al rock in battuta. Affermarsi anche all’estero nei remix di vassalli, valvassini e valvassori e pure tornare a suonare dal vivo come una band, producendo un disco. “Ludotech” esce per l’etichetta umbra To Lose La Track, ed è il secchio d’acqua che i perugini Frost gettano sulla musica leggera italiana.

Per addentrarsi nei suoi meandri, bisogna stare attenti a non urtare l’Allegro Chirurgo hipster della copertina: c’è il pedale, c’è la pistola ad acqua, c’è l’occhiale a goccia, c’è il boccaglio-aglio-a-a-aglio… Contagiosi e poco seri nei testi, androidi e umanissimi in quanto a output, i Frost considerati come autori e interpreti di canzoni si mettono in scia al “pop sbagliato” della Riotmaker, considerando anche che le registrazioni sono avvenute nello studio di Leo “Fresco” Beccafichi spesso frequentato dalla crew udinese.

Per tacere del citazionismo spinto e opportuno a contestualizzare, l’intro di Disco overdrive solleva il velo sulla sigla di “90210”, per poi prendere la strada Sex drive/Sex crime: l’incontro tra i Blur del 1992 e i refrain dei Franz Ferdinand già celebrato dagli Atari li proietta sulla platea Rai del sabato con il topos nella frase “se ti privi di qualcosa per volerlo ancora”… Guarda ai Subsonica 22 voltz, e ancor più il discolabirinto di Esplicito, neobrit con chitarrina pungente, tutti o quasi potenziali singoli anche se qualche allitterazione furbetta li trasloca a tanto così dagli abissi dei Masoko. Ma se conta il groove, vincono loro! Si diceva delle diversioni: L’acquario è italian graffiti inna brasilian style, possibile hit estiva da radio di spiaggia, mentre Sveglio qui ricorda le produzioni di Bowie 95-2000, anche vocalmente bastardo con trip hop e d’n’b, frangenti Bluvertigo e gli U2 di Mofo. Un opposto a Troppi caffè, lounge funk avanzato da party sciccoso (I was a yeye girl e Rumba del cocorico in playlist): qualcuno ha detto Flabby? Sound crap non suona affatto come si autoaccusa o come direbbero gli affratellati Boys Of Brianza, nella contaminazione razzente a cavallo del secolo fra sintetica digitale e riffoni. Tornano i Blur in My friend Syd, decisamente plagiarista a fin di bene, e nello sbalzo delle montagne russe Tic tac rappresenta il rock in battuta: “I say yes, you say no” è sempre la stessa moneta dai tempi del garage beat. Chiude l’ottima I can’t believe, manifesto robot dell’antiproibizionismo generale in chiave psicorock elettronica: “ no fun no drinks no kiss no music no sun no money no pussy no work no love no life no hope”, alla rinfusa…
Fresco come una rosa, efficace e positivo come ogni evergreen, “Ludotech” si appresta a sonorizzare spensierati sorrisi in compagnia, e di questi tempi non è certo poco. Se non dovesse bastare, c’è sempre la copiosa produzione Dj Sexx… “Micigan!”

Frost - “Sveglio qui”
(in anteprima esclusiva per Italian Embassy - courtesy To Lose La Track)

http://www.italianembassy.it/?p=2480 - Italian Embassy


"Rubrica"

Get Caffeinated and let’s operate!

C’è chi da piccolo lo adorava e chi ne aveva paura. Per molti ancora è l’invenzione del secolo: l’allegro chirurgo.
Era un gioco di società, niente di più, ma si è impiantato nell’immaginario del tempo di svago tanto profondamente che sradicarlo è difficile come lo era espiantare l’ossicino femorale dall’orrido omino di plastica senza far suonare la lucina.

Dell’oggetto popolare che ha fatto della chirurgia e della clinica, mondi legati dalla loro nascita nell’800 al dolore e a quanto di meno giocoso si possa immaginare, un giocattolo di abilità che ha unito generazioni nella sdrammatizzazione della malattia, l’ electro-pop band italiana Frost, che su Nstreet è presente da tempo coi suoi troppi caffè, ha fatto il suo feticcio musicale.

ludotech_promo

Dopo il disco di debutto “United Condom” in inglese, presenta il secondo disco “Ludotech” quasi interamente in italiano, ispirato nella grafica ai giochi da tavola anni ’80.

L’album contiene 11 brani tra electro-pop, dance, rock italo disco per la regia musicale di Marco Capaccioni (Frankie Hi-NRG, Subsonica, Negroamaro, Lost ecc..), è prodotto dall’ americano Tony Lash (Dandy Warhol, Tahiti ’80, Q.U.A.S.I. ecc..) e si avvale della collaborazione di musicisti come Alberto Brizzi, Francesco Bruni e Cristiano Arcelli.

Il disco verrà pubblicato dall’etichetta To Lose La Track e distribuito da Audioglobe e sarà presentato il 26 settembre 2009 nel locale Urban di Perugia.

allegro_chirurgo_2

La serata inizierà con il concerto della band alle 10.30 circa e poi proseguirà con dj set per tutta la notte.
Verranno distribuiti gadget, t-shirt dell’evento e la festa verrà immortalata dagli scatti degli specialisti fammivedere.com che usufruiranno anche delle atmosfere dei Vj Dirty Works, presto su Nstreet.

PS

Una ovvietà che produce sempre il suo effetto sorprendente è che l’allegro chirurgo non è, contrariamente a quanto si continui a pensare, l’ammalato nel suo letto con gli organi esposti: l’allegro chirurgo sei tu.

Suona la tua musica.

http://blog.nstreet.it/get-caffeinated-and-lets-operate.html - N Street


"Cultura e tempo libero in Umbria"

Da United Condom a Ludotech: i Frost secondo Ricc e LApo

Di Maria Giulia Sorci
C’era una volta uno scantinato. Anzi, forse ce n’erano più di uno, forse dieci, cento, chi lo sa. O forse non era uno scantinato, era un garage, o anche uno studio di registrazione “fatto in casa”. C’erano anche dei ragazzi e delle ragazze, per la maggior parte musicisti, o anche semplici appassionati e sperimentatori musicali, che un bel giorno, decisero che era arrivato il momento di uscire da quegli scantinati e portare nel mondo l’indie rock. Alla fine degli anni Novanta in Gran Bretagna e negli Stati Uniti il fenomeno delle etichette indipendenti era già un trend consolidato.Nato nell’ underground delle città di provincia e affermatosi con le prime charts di musica alternativa già nel decennio precedente, il “genere” indie aveva accolto artisti del calibro di Sonic Youth, Rem, Smiths, The Stone Roses, Pear Jam e altri. La maggior parte di questi passarono poi alle major discografiche ma vengono ancora oggi considerati precursori di un modo di fare musica che, a mio avviso, resta oggi l’unico respiro di qualità e di sperimentazione in un panorama musicale ingiustamente dominato dalla produzione commerciale e omologata. In Italia il fenomeno iniziò a diffondersi con un po’ di ritardo rispetto ai paesi anglosassoni, attraverso la musica di gruppi come Afterhours, Marlene Kuntz e Bluvertigo, ma soprattutto iniziò ad essere riconosciuto dalla critica e celebrato al grande pubblico anche attraverso festival musicali e concorsi per band emergenti. Questi concorsi ricalcavano proprio lo spirito primordiale dell’indie rock, ovvero, sfondare la porta dello “scantinato” e permettere a chi si affacciava di far conoscere al pubblico la propria musica, consentendo anche, a chi se lo meritava, la chance di incidere un album in maniera indipendente. E magari di avere un futuro nella musica. Uno di questi concorsi, Arezzo Wave, nacque alla fine degli anni Ottanta come rampa di lancio per gruppi rock senza contratto discografico, oltre ad ospitare i principali artisti italiani e stranieri del genere. Proprio da Arezzo Wave, precisamente dall’edizione del 2003, inizia la corsa a ritmo di chitarre e samplers dei Frost: cinque ragazzi, partiti forse da uno di quei scantinati di cui parlavamo prima, ma che oggi, a sei anni di distanza, sono arrivati non solo ad essere forse l’unica indie rock band perugina conosciuta a livello internazionale, ma soprattutto, hanno coronato il sogno del loro secondo attesissimo album, Ludotech. Nel sound, Ludotech resta in gran parte fedele alle sonorità synth-rock dell’estrosissimo disco d’esordio, United Condom, ma si sente che i Frost sono cresciuti. Hanno abbandonato la preferenza per i testi in inglese e dotato le pulsioni rock-elettroniche di una rinnovata forza melodica, senza tuttavia abbandonare quelle colorate ed ironiche intuizioni, di ritmo e di scena, che non solo ce li hanno fatti piacere, ma che ci hanno letteralmente conquistato. Il palco dove suonano i Frost non è solo musica, è anche dancefloor, è anche trash-burlesque, è un teatro vivente dove non si distinguono i cantanti dai musicisti, gli strumenti dai giocattoli di scena, forse proprio come in una Ludoteca, spazio pubblico di animazione e divertimento. “Action figure” in carne ed ossa, da sempre, sono i due front-men Ricc (Riccardo Schippa) e Lapo (Jacopo Tittarelli Rubboli), coinvolti oltre che nella produzione del nuovo disco anche nel progetto Frost DjSexx, alterego in versione disco della band, che recentemente, grazie ad una cifra che spazia tra remix e verniciature anni ’80, ha conquistato critica e pubblico dalle consolle di alcuni dei locali più alternativi d’Italia, fino a suonare al Cassiopeia di Berlino. A poco più di una settimana dalla presentazione di Ludotech, avvenuta il 26 settembre sul palco dell’Urban Club di Perugia, ho cercato ed incontrato Ricc e Lapo per parlare del disco, della band, ma soprattutto per capire meglio chi sono oltre questa straordinaria, colorata ed ironica forma musicale che sono i Frost.

Sei anni fa la vittoria ad Arezzo Wave, nel 2004 il primo disco, poi Mtv a Cut con Anastacia e Wade Robson, il tour e le collaborazioni in Italia e in Europa…quanto vi sentite cresciuti rispetto al periodo degli esordi?E quanto c’è di questa maturità in Ludotech?
United Condom è stato un disco prevalentemente “estetico”, con Ludotech invece arriva la “verità”. Siamo consapevoli di aver avuto un approccio vincente con il pubblico, ma allo stesso tempo temevamo che restando fermi su quel tipo di sperimentazione, il pubblico ci avrebbe visto come una sorta di “fondamentalisti”, mentre la verità è che le esperienze che sono venute dopo ci hanno portato, per così dire, ad allargare i nostri orizzonti. Dopo la vittoria di Arezzo Wave abbiamo frequentato l’ “Università del Rock”, una sorta di corso di formazione interattivo per giovani artisti anche con la partecipazione e la supervisione didattica di grandi della musica italiana. Ogni giorno dovevamo esibirci live di fronte a qualche famoso cantante o musicista, come Max Gazzé, Jovanotti, Manuel Agnelli e altri, i quali si dimostravano per la maggior parte entusiasti del nostro sound, ma quasi tutti ci rimproveravano l’esclusività dei testi in inglese. Manuel Agnelli ci presentò a Max Casacci dei Subsonica dicendo che eravamo “..fortissimi”, ma Casacci ribatté che sembrava cantassimo come “Celentano su Prisencolinensinainciusol”. (Ricc): Anche Jovanotti ripeteva in continuazione “Va bene va bene… Ma quando scatta l’italiano??” (stupenda l’imitazione del Jova di Ricc, con tanto di zeppola). Idem per il provino da Caterina Caselli, durante il quale mi sono ritrovato a dover tradurre simultaneamente in italiano 35 Beat: venne fuori qualcosa di orrendo!
Abbiamo voluto cogliere queste osservazioni come dei buoni consigli, dunque ci siamo allontanati, almeno in parte, da quell’immagine da gruppo pseudo brit-pop e abbiamo fatto un disco più diretto, più vicino al nostro mondo e alle persone che ne fanno parte. Inoltre United Condom è stato prodotto in seguito alla vittoria ad Arezzo Wave e allora non è che avessimo così tanto materiale, ci abbiamo messo dentro tutto quello che avevamo, una sorta di greatest hits all’inizio della carriera. Ludotech è invece qualcosa di pensato, di ragionato, un disco che contiene un lungo lavoro artistico ma anche personale,e, ovviamente, avendo abbracciato l’italiano, sicuramente più melodico.

Le parrucche, le maschere, i mitici moon-boot… e con Ludotech i camici e l’Allegro Chirurgo: quanto è importante nelle vostre esibizioni il concept scenico?
Il travestitismo è nato principalmente coma arma di rottura della tensione. Eravamo passati dall’ anonimia alla notorietà nel giro di pochissimo tempo, dunque serviva qualcosa per ammortizzare tutte le paure e le emozioni del trovarsi sul palco di un main stage di fronte migliaia di persone di pubblico. I primi tempi abbiamo anche suonato in pigiama! E’ stato più che altro un modo per non prendersi troppo sul serio, un masochismo in versione “soft” per dire: “guardateci… vi sembriamo spaventati?”. Inizialmente denotavamo una componente fortemente glam, con piume di struzzo e lustrini ovunque, poi ci siamo allineati ad uno stile fortemente autoironico, un po’ da “cazzoni” della porta accanto. Tuttavia non è mai stata una cosa forzata o troppo studiata, è semplicemente un modo di esprimerci, di proteggerci, ma anche una sorta di rispetto verso il pubblico, un modo per dimostrare a chi ci ascolta che ci teniamo ad interagire con loro non solo musicalmente, ma anche visivamente. In Ludotech abbiamo deciso di affidarci ad un concept più omogeneo, questo per non rischiare di apparire troppo confusionari, ma soprattutto per non rendere scontati quei cliché, come appunto le parrucche e le mascherine, che ci hanno contraddistinto dopo United Condom.

Ad un certo punto della vostra storia come band, sembrava foste scomparsi. Poi vi abbiamo ritrovato al missaggio in party e disco club con questo nuovo progetto, DjSexx. Cosa vi ha stimolato o spinto ad intraprendere una sorta di carriera “parallela” a quella della band?
Il lavoro su Ludotech è stato molto lungo, anche per via delle difficoltà di produzione. Diciamo che Frost DjSexx, insieme a Suzuki Perugia Motori, è stato il principale “produttore” di Ludotech, oltre ovviamente ad esprimere un nostro modo di fare musica alternativo a quello della band. Frost DjSexx nasce ufficialmente nel 2008 ed è frutto, da un lato, dalla nostra crescente dimestichezza nell’utilizzo delle strumentazioni elettroniche, ma anche dell’ispirazione ad artisti di questo ambiente, come 2 Many Dj’s. Parte dell’idea ci è venuta durante un concerto di Justice a Milano, durante il quale partivano remix di pezzi di ogni genere, da Rage Aganist the Machine a MGMT. (Ricc): ho fatto il Dj per parecchi anni ed ormai sentivo di possedere le conoscenze necessarie ad intraprendere un lavoro sul remissaggio…con Frost DjSexx non solo abbiamo vinto diversi contest, come il “Lightspeed Champion Remix Contest” su Qoob, ma siamo anche stati chiamati da artisti, come Bugo, Amari, Captain Mantell, Il Genio e altri per fare remix. Il singolo Borotalco è stato anche inserito nella compilation Nokia Trends Lab insieme ad Hit Mania 2009 ed il successo è stato tale che noi stessi abbiamo organizzato un contest di remix del brano su Fairtilizer.com. Inoltre abbiamo partecipato al format radiofonico “Rock da World” su Virgin Radio France, che ha ospitato artisti del calibro di Justice, Ladytron e The Streets. Nonostante tutto questo, non abbiamo mai pensato di abbandonare la band, tuttavia dobbiamo riconoscere che, sotto certi aspetti, Frost DjSexx forse ha salvato i Frost.

Come giudicate l’attuale stato della musica indipendente in Italia?Quali sono i pregi e i limiti di questo genere in un Paese che vive ancora e soprattutto di realtà provinciali e conservative?
Risponderti sarebbe come tentare di scattare una fotografia a qualcosa che ti sta passando davanti ad una velocità incontrollabile. Ti possiamo dire di non essere sicuramente d’accordo con chi sostiene che in Italia non ci sia più nulla di valido a livello musicale, pur ammettendo che una parte di questo mondo è restio al rinnovamento, continuando a puntare su approcci e stili ormai, a nostro avviso, superati. Per quanto ci riguarda, per noi la provincia è stata una culla tranquilla, è sicuramente capitato di scontrarci con alcuni dei suoi limiti, più che altro a livello di possibilità, ma non per questo non le siamo grati, soprattutto sono state fondamentali quelle persone che ci hanno visti “crescere” , come ad esempio Fabrizio Croce aka dj Fofo del Norman, e che ci hanno seguito passo dopo passo fino a Ludotech.

Se ve lo proponessero, accettereste un contratto con una major anche se questa eserciterebbe un potere d’ingerenza sulla vostra musica?
Anzitutto, crediamo che quello attuale non sia un momento del tutto felice per accostarsi alle major. Inoltre dipende dal rapporto che si ha con il proprio produttore: se lo stimi nel suo lavoro, può darsi che la sua ingerenza sia anche un buon consiglio per migliorarsi.

Quali progetti importanti in serbo per la promozione di Ludotech e per il proseguimento del progetto DjSexx?
Dal 16 ottobre Ludotech verrà distribuito anche in altri parti d’Italia e l’uscita sarà affiancata da un lavoro di promozione su diversi canali, da riviste specializzate al web, da parte di Audioglobe. Poi partirà un mini-tour autunnale che toccherà città come Milano, Parma, Faenza,Roma ma ancora le date non sono definitive. Con Frost DjSexx stiamo aspettando l’ultimazione del video di Borotalco, che insieme al video di Ragazzi Italiani, girato con Nina Martine, parteciperà al Pivi (Premio Italiano Video Indipendente), oltre ovviamente proseguire con il lavoro di remix e fare serate in vari locali dell’Umbria e d’Italia.

Ricc cosa avresti fatto nella vita se non avessi incontrato Lapo?
Sicuramente non avrei imparato a suonare il basso

Lapo cosa avresti fatto nella vita se non avessi incontrato Ricc?
Sicuramente non avrei imparato a mettere i dischi

http://www.umbriacity.it/it/frost-djsexx-intervista-lapo-ricc-mariagiulia-sorci - Umbria City


Discography

"United Condom" 2004
"Ludotech" 2009

Photos

Bio

Biografia:

I Frost partecipano nel 2003 ad Arezzo Wave come band emergente.Un infuocato Arezzo Wave allo Psicho Stage consegna ai quattro umbri il premio come miglior gruppo emergente del 2003 su 1400 bands presenti da tutta Italia.Vincono una produzione discografica e la realizzazione di un videoclip del brano “35 Beat” (che realizzeranno poi col regista romano Giacomo Cimini) e si aggiudicano la produzione del primo album: “United Condom” Ondanomala/Edel).
http://www.ibs.it/disco/4029758562925/frost/united-condom.html .
L’anno successivo (2004) è l’anno della svolta: esce il disco d’esordio “United Condom” registrato al Sound Studio Service di Città di Castello prodotto da Marco Capaccioni e Alberto Brizi e presentato sul palco del Main Stage di Arezzo Wave dove si esibiscono prima dei Groove Armada e Little Louie Vega. http://www.youtube.com/watch?v=8svqTYd4FN8
Sono positivamente recensiti nelle migliori riviste di musica: Rumore, Blow Up, Rockerilla, Il Mucchio, Rock Sound, Rockstar, MUSICA di Repubblica, Chitarre ecc. Per la prima volta hanno numerose richieste di interviste,brani nelle playlist di tante importanti emittenti come Radio Città Aperta, Radiowave,Radio Rock, Radio Popolare ecc..Quest’ultima li invita a suonare in diretta nei propri studi di Milano.Un loro brano, “M.E.D.A.C.D.”, tratto dal disco d’esordio viene inserito nel Sampler 82 della rivista Rock Sound insieme a Queens of the stone age, President of U.S.A , Mando Diao, The Kills ecc.
Una puntata come ospiti a “Data Base” negli studi milanesi di Rock TV è stata la primissima esperienza in un canale satellitare dedicato alla musica.
Nel 2005 sono tra le 10 migliori band Europee (unici italiani) a partecipare al reality show: “Mtv A Cut” girato a Londra con Anastacia, Wade Robson e Olivier Behezadi. http://www.youtube.com/watch?v=wtSnQ2nAI-c
L’esperienza inglese matura un progetto al quale tengono da tempo: lavorare con testi in italiano.
Il nuovo ed atteso disco dei Frost “Ludotech” (To Lose La Track/Audioglobe) sarà quasi interamente in italiano e uscirà a settembre 2009:
http://www.frostbeat.com/FROST_2009/FROST_LUDOTECH_PROMO2009.zip
http://www.frostbeat.com
http://www.myspace.com/frost35beat