Olden
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Olden

Perugia, Umbria, Italy

Perugia, Umbria, Italy
Band Rock Pop

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Discography

Olden (2011, Daruma Records)

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Bio

Davide Sellari, cantante, chitarrista, autore di canzoni dall’età di quattordici anni, è OLDEN, cantautore perugino dal nome preso in prestito da una delle sue letture favorite, "Il Giovane Holden" di Salinger, ma anche dall’inglese arcaico, il cui significato originario è “antico, passato”. Le influenze più chiare riportano, infatti, alla memoria la macchina albionica dei Beatles e certe sonorità più folk come quelle di Neil Young e Leonard Cohen. Il suo percorso artistico ha inizio in Italia come membro di due band, dove suona prima nei Zonaplayd e poi nei I Figli di John. Finita l’esperienza con le due rispettive formazioni, Davide si trasferisce in Spagna, preparandosi al contempo ad intraprendere una carriera solista che lo vede proiettato nella partitura di canzoni in inglese. Ha inizio così un nuovo percorso musicale che si concretizza nella collaborazione con l’etichetta catalana Daruma Records per cui esce “Olden” omonimo lavoro in studio del giovane Sellari.

Forte di un’eleganza spontanea e di una scrittura che traccia dopo traccia diventa sempre più raffinata, l’album è un susseguirsi di canzoni che scorrono nel confine immaginario che separa le atmosfere più suggestive del rock melodico dalle evoluzioni easy listening del brit-pop d’autore. Le sue insegne sono roboeggianti, rappresentate Rediohead, Who e Nick Drake, ma anche Travis e Pulp impiegati col verbo del beat a trovare dentro agli strumenti un overdose di ritmo che mette in mostra una tensione sempre pulita e una perfetta geometria compositiva. L’elegia rock monumentale di un equilibrio afferrato fra due anime, quella di fondo compatta e di matrice 70s, e quella più morbida e minimale, costruita attraverso armonie soffici e tempi pari. Le dodici composizioni seguono la trama dei vissuti, le implicazioni fisiche ed emozionali dei sentimenti, orchestrature riverberate con saliscendi di chiaroscuro tutti al posto giusto, belle linee vocali che si prestano a infondere un po’ di romanticismo alla musica. L’aspetto caratteristico è che ogni pezzo viene interpretato con un tono mordente, al tempo stesso soffice e semi-acustico, dove al centro di tutto permane il suono stabile delle chitarre che arrivano a raccontare l’aspetto più anthemico del lavoro. Si fiuta la magia nell’aria di un viaggio musicale che esplora ogni declinazione possibile del pop rock, un percorso sonoro che unisce una molteplicità di occasioni diverse: la canzone d’autore e la cultura popolare, il presente col passato, il grande accorgimento per gli arrangiamenti e i dettagli sinfonici. La prova trascina con sé il gusto dell’accessibilità grazie all’immediatezza degli accordi, si nutre di giri di chitarra ben costruiti e sorretti da abili soluzioni di violino (Once Again), arpeggi malinconici con archi (Jim And Jane, When The Rain Stops) e schegge beatlesiane capaci di riportarci nel mondo dei sogni con libera ispirazione alla vita e alla rievocazione dei ricordi (I don’t Wanna Pray, You). Ricercato ed evocativo il bagaglio concettuale è coerente con l’innata eleganza del pop, sbriglia la cassa ed elargisce refrain gonfi di espressività (I’m Coming Home, Drab), motivi che a tratti riescono ad assumere un tono smithsiano (Another Word) e battono giù dritto l’intensità di una voce caparbiamente personale e dotata di una sua qualità senza tempo (My Present, When You Are Dreaming). Testimonianza di una creatività che imprime versi realmente liberi e ispirati dove l’eleganza formale e la raffinatezza poetica trovano un accordo aggiornandosi secondo i paradigmi di Olden dentro un disco che suona già come un grande classico.