Old Rock City Orchestra
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"OLD ROCK CITY ORCHESTRA - Once Upon A Time"

E' con piacere che vi presento una band giovane, finalmente con una bella voce al microfono, quella di Cinzia Catalucci, si chiama Old Rock City Orchestra e si formano nel 2009 ad Orvieto. Sono un quartetto che si completa con Raffaele Spanetta (Chitarra e tastiere), Giacomo Cocchiara (basso) e Mike Capriolo (batteria).
In Italia fa sempre un certo effetto ascoltare del Rock Psichedelico misto a Blues e Prog, un filone spesso troppo trascurato a causa delle poche vendite in ambito (perchè bannato dai media), questo è un peccato perché è degno di nota, specie se è ben eseguito e composto con le idee giuste come in questo caso. Si respira aria anni '70 sin dal primo movimento dal titolo "Stand Up". Elettrico e trascinante, il suono poggia molto sulla base delle chitarre, come in "Black Hand In The Sky".

La Psichedelìa fuoriesce in tutto lo splendore in "Another Flower" dove stranamente il basso mi ricorda Steve Harris degli Iron Maiden. C'è anche del Rock semplice e diretto, come in "Ufo", pochi fronzoli e molta sostanza. La bella voce di Cinzia si esalta nella lenta ballata Blues "This Is The Last Day", impossibile non pensare a Plant durante il capolavoro "Since I've Been Loving You" (con le dovute distanze, intendiamoci). Non nascondo un certo piacere nell'ascolto di questo brano in quanto sono convinto che la buona musica e certi insegnamenti non moriranno mai nel tempo, alla faccia di chi ha dato tutto per finito da anni.

Gli Old Rock City Orchestra saranno pure nuove leve, ma conoscono la strada maestra ed arricchiscono un genere che qui in Italia trova difficoltà a fiorire, per cui i complimenti sono doppi. Voglia di divertirsi in "Once Upon A Time Rock'n Roll", crudo, schietto e gioviale, proprio un brano al quale è difficile negare il movimento ritmico del nostro corpo. Il Rock è questo, per cui obbligatorio lasciarsi andare!

"I Want To Keep On Dancing" gioca sulle coralità di Cinzia e si svolge su un binario cadenzato e lento dove nuovamente la nebbia degli anni '70 riempie i nostri polmoni e le nostre orecchie, facendoci sognare ad occhi aperti. Cose semplici, mai articolate e neppure virtuosismi inutili fanno si che il disco scorra via liscio come l'olio, fra simpatici deja vu ed inaspettate sorprese. Ad esempio l'acustica e Folk "Tonight Whit You" cantata da Raffaele Sparetta, potrebbe essere uscita tranquillamente da un album degli anni '60 dei Jethro Tull, anche grazie al flauto di Chiara Dragoni.

Piacevolmente anacronistico e pieno di patos chiude il disco "Swan Of The Lake", sunto di tutto lo stile della band più orchestrale ed intimistica.

Non esitate dunque a procurarvi questo "Once Upon A Time" perchè è l'anima che ve lo richiede e se poi ci si aggiunge un buon artwork interno, allora il cerchio è chiuso. Buon ascolto MS - Rock Impressions


"OLD ROCK CITY ORCHESTRA - Once Upon A Time"

E' con piacere che vi presento una band giovane, finalmente con una bella voce al microfono, quella di Cinzia Catalucci, si chiama Old Rock City Orchestra e si formano nel 2009 ad Orvieto. Sono un quartetto che si completa con Raffaele Spanetta (Chitarra e tastiere), Giacomo Cocchiara (basso) e Mike Capriolo (batteria).
In Italia fa sempre un certo effetto ascoltare del Rock Psichedelico misto a Blues e Prog, un filone spesso troppo trascurato a causa delle poche vendite in ambito (perchè bannato dai media), questo è un peccato perché è degno di nota, specie se è ben eseguito e composto con le idee giuste come in questo caso. Si respira aria anni '70 sin dal primo movimento dal titolo "Stand Up". Elettrico e trascinante, il suono poggia molto sulla base delle chitarre, come in "Black Hand In The Sky".

La Psichedelìa fuoriesce in tutto lo splendore in "Another Flower" dove stranamente il basso mi ricorda Steve Harris degli Iron Maiden. C'è anche del Rock semplice e diretto, come in "Ufo", pochi fronzoli e molta sostanza. La bella voce di Cinzia si esalta nella lenta ballata Blues "This Is The Last Day", impossibile non pensare a Plant durante il capolavoro "Since I've Been Loving You" (con le dovute distanze, intendiamoci). Non nascondo un certo piacere nell'ascolto di questo brano in quanto sono convinto che la buona musica e certi insegnamenti non moriranno mai nel tempo, alla faccia di chi ha dato tutto per finito da anni.

Gli Old Rock City Orchestra saranno pure nuove leve, ma conoscono la strada maestra ed arricchiscono un genere che qui in Italia trova difficoltà a fiorire, per cui i complimenti sono doppi. Voglia di divertirsi in "Once Upon A Time Rock'n Roll", crudo, schietto e gioviale, proprio un brano al quale è difficile negare il movimento ritmico del nostro corpo. Il Rock è questo, per cui obbligatorio lasciarsi andare!

"I Want To Keep On Dancing" gioca sulle coralità di Cinzia e si svolge su un binario cadenzato e lento dove nuovamente la nebbia degli anni '70 riempie i nostri polmoni e le nostre orecchie, facendoci sognare ad occhi aperti. Cose semplici, mai articolate e neppure virtuosismi inutili fanno si che il disco scorra via liscio come l'olio, fra simpatici deja vu ed inaspettate sorprese. Ad esempio l'acustica e Folk "Tonight Whit You" cantata da Raffaele Sparetta, potrebbe essere uscita tranquillamente da un album degli anni '60 dei Jethro Tull, anche grazie al flauto di Chiara Dragoni.

Piacevolmente anacronistico e pieno di patos chiude il disco "Swan Of The Lake", sunto di tutto lo stile della band più orchestrale ed intimistica.

Non esitate dunque a procurarvi questo "Once Upon A Time" perchè è l'anima che ve lo richiede e se poi ci si aggiunge un buon artwork interno, allora il cerchio è chiuso. Buon ascolto MS - Rock Impressions


"Old Rock City Orchestra - Once Upon a Time"

“C’era una volta…”, è proprio il caso di dirlo. Gli orvietani, infatti, si pongono come antesignani di quel caro vecchio rock tinto di psichedelia e blues, a tratti hardeggiante, che ha impresso la propria impronta storica a cavallo degli ultimi anni sessanta e soprattutto i primi anni settanta. Un genere apprezzato da molti e, diciamolo pure, un po’ deprezzato da chi invece ha sempre preteso partiture complicate ed ampollose ad ogni costo. Disquisizioni di gusti personali a parte, il gruppo nostrano nasce nel 2009 da una decisione del chitarrista Raffaele Spanetta e della cantante/tastierista Cinzia Catalucci, i quali avevano già militato assieme in altre realtà musicali. Con l’aggiunta del bassista Giacomo Cocchiara e del batterista Michele Capriolo, la band va on the road seguita dal violinista special guest Laurence Cocchiara. L’anno seguente si lavora ad un promo che verrà poi inciso nel 2011, passato integralmente per radio ed ampiamente recensito anche su queste pagine virtuali. In quella sede, l’augurio era che gli umbri non dovessero come tanti altri auto-prodursi e che quindi trovassero un’etichetta capace di credere in loro. La M.P. Records sembra aver risposto positivamente all’appello, mettendo sul mercato un prodotto che sa molto, fin dal booklet, di un’epoca risalente a davvero tanti anni fa.
La carinissima Cinzia porta alla mente tante illustri colleghe dell’epoca che fu, assieme ai relativi gruppi madre: Candie Givens dei Zephyr, Grace Slick dei Jefferson Airplane (ma anche quella solista) e soprattutto Linda Hoyle degli Affinity. Precisi rimandi ad un determinato rock americano che spaziava dalla citata psichedelia blues ad un prog parecchio jazzato, quindi; diciamo che, purtroppo, si sente la mancanza di un tastierista come Lynton Naiff, in quanto la Catalucci fa un’ottima figura alla voce e si destreggia bene nei riempimenti tasteristici vintage, ma di sicuro, da quest’ultimo punto di vista, un professionista dal profilo simile a quello del personaggio sopra citato avrebbe donato all’album un quid di non poco conto, magari spronato da qualche assolo di chitarra in più, che non sarebbe stato affatto male.
L’inizio è affidato a “Stand up” (e riaffiorano altre memorie…), con ottime strofe, terribilmente intriganti, che saranno riascoltate più e più volte, ma con un ritornello che per rimanere memorabile sarebbe dovuto essere meno sbarazzino e più enfatico. Un inizio arrembante introduce “Another flower”, debitore anche come tematiche proprio degli Affinity: brano rock intriso di tanto jazz e poi di lisergia californiana.
“Black hand in the sky” e soprattutto “Ufo” hanno come riferimento i Jefferson più impegnati, mentre “This is the last day” è un blues che penetra nell’essenza del dolore esistenziale come faceva a suo tempo la Joplin (ma niente voce alla carta vetrata), con intermezzi chitarristici che alzano la tensione elettrica. Per gli amanti del genere, da ascoltare in religioso silenzio per tutto l’arco dei suoi sei minuti, approdando ad un finale addirittura in stile crimsoniano. Come contrappasso, “Once upon a time rock ’n’ roll” è – lo suggerisce il titolo stesso – un rock ’n’ roll scanzonato, una sorta di ode allegra ad un intero periodo musicale.
Il basso che introduce “I want to keep on dancing” rammenta l’importanza storica dell’esperienza psichedelica dei Beatles e, sorpresa, la Catalucci si produce in un assolo che fa la differenza! Una sorpresa ancora più grande la si ha poi in “Tonight with you”, la cui voce solista è affidata a Spanetta, il quale si muove lungo i sentieri tracciati dalla chitarra acustica e i tornanti sfumati del flauto di Chiara Dragone. Per la sua particolarità, che chissà per quale motivo fa pensare anche ai Circulus, probabilmente è uno dei momenti migliori in assoluto, soprattutto con quell’assolo elettrico west-coast messo a sfumare nel finale. La summa finale è “Swan of the lake”, con tanto di trio d’archi. Qui forse il punto di riferimento più evidente, per lunghi tratti, sono i prog-folkers Tudor Lodge; un pezzo triste e solenne in cui classicità e feeling sono capaci di incrinare il cuore.
Che dire ancora? Il salto indietro nel tempo è notevole, di conseguenza, proprio come accadeva alcuni decenni fa, pare proprio che occorra fermarsi un attimo, rimandare qualsiasi impegno imminente e sedersi con calma ad ascoltare questa sorta di quadro sonoro dai colori così retrò.
Si potrebbe rinfacciare alla band di aver giocato facile, scegliendo di cantare in inglese e non in lingua madre; ma qui l’intento era quello di ricreare un periodo storico, quindi la nazionalità dei protagonisti non conta. Però, dopo aver sentito bene questo esordio, pur sapendo di rischiare d’apparire campanilisti, si è molto orgogliosi di dire che gli Old Rock City Orchestra sono al cento per cento un patrimonio tutto italiano.
- Arlequins.it


"ONCE UPON A TIME"

Old Rock City Orchestra began life in 2009 in Orvieto on the initiative of Cinzia Catalucci (vocals, keyboards) and Raffaele Spanetta (guitars). After some musical experiences in other bands they focused their attention on the composition of original songs inspired by progressive and psychedelic rock bands from the late sixties and early seventies. Later the line up was completed by Giacomo Cocchiara (bass) and Michele “Mike” Capriolo (drums) and, after a good live activity and a first demo recorded in 2010, in 2012 Old Rock City Orchestra released their first full-length album, “Once Upon A Time”, on the independent label M.P. & Records. The overall sound of the band draws abundantly on the influences of the past and Jefferson Airplane or Affinity come to mind but the enthusiasm of the musicians involved in this project is great and the result is a fresh album of timeless songs that in my opinion is worth listening to. Well, if you like Italian bands such as Circus 2000 or Wicked Minds have a try!
?

Old Rock City Orchestra
?
The opener “Stand Up” is a lively track where the beautiful voice of Cinzia Catalucci invites you to leave behind “bad guitars” and voices of out tune in the name of good music... “Stand up! / I'm the queen of your life / Stand up! I compel you, stand up!...”. The following “Another Flower” is a kind of dreamy walk through the “gardens of hope” where a new born flower blossoms. This track is enriched by the sound of the electric violin of the guest Laurence Cocchiara.



On “Black Hand In The Sky” the rhythm rises again. A dark cloud appears in a starry night and covers the light. It's just moment, the the wind sweeps away the black hand of darkness and the light shines again. Well, this track recalls Jefferson Airplane while the lyrics make my think of a short story by the Italian writer Dino Buzzati, “La fine del mondo”. The energetic “UFO” is in the same vein and conjures up the apocalyptic vision of a threatening starship, an iron ball coming from Mars.

“This Is The Last Day” is a heartfelt blues with a slow pace celebrating the last day of a woman with her lover. The sudden surge of energy of the middle section and the finale gives you the chance to imagine what can happen between the two lovers. Next comes “Once Upon A Time Rock'n'Roll”, a joyful tribute to the story of r&b... “I remember Molly and Lucille / Jerry, Chuck Berry and The King / Listen to them and you'll loose control...”.



“I Want To Keep On Dancing” is another good track about the magic power a music that can make you fly high. On the following “Tonight With You” Raffaele Spanetta takes charge of the lead vocals for a night ride under the rain on the swirling flute notes provided by the guest Chiara Dragoni. The sweet, dreamy ballad “Swan Of The Lake” features a string trio and concludes the album. Well, I think that this band has a good potential although in their song-writing at times they showcase a too derivative approach. I hope that in the future they will dare a bit more looking for a more original style. I'm looking forward to their next album! - Italian Prog Map


"ONCE UPON A TIME"

Old Rock City Orchestra began life in 2009 in Orvieto on the initiative of Cinzia Catalucci (vocals, keyboards) and Raffaele Spanetta (guitars). After some musical experiences in other bands they focused their attention on the composition of original songs inspired by progressive and psychedelic rock bands from the late sixties and early seventies. Later the line up was completed by Giacomo Cocchiara (bass) and Michele “Mike” Capriolo (drums) and, after a good live activity and a first demo recorded in 2010, in 2012 Old Rock City Orchestra released their first full-length album, “Once Upon A Time”, on the independent label M.P. & Records. The overall sound of the band draws abundantly on the influences of the past and Jefferson Airplane or Affinity come to mind but the enthusiasm of the musicians involved in this project is great and the result is a fresh album of timeless songs that in my opinion is worth listening to. Well, if you like Italian bands such as Circus 2000 or Wicked Minds have a try!
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Old Rock City Orchestra
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The opener “Stand Up” is a lively track where the beautiful voice of Cinzia Catalucci invites you to leave behind “bad guitars” and voices of out tune in the name of good music... “Stand up! / I'm the queen of your life / Stand up! I compel you, stand up!...”. The following “Another Flower” is a kind of dreamy walk through the “gardens of hope” where a new born flower blossoms. This track is enriched by the sound of the electric violin of the guest Laurence Cocchiara.



On “Black Hand In The Sky” the rhythm rises again. A dark cloud appears in a starry night and covers the light. It's just moment, the the wind sweeps away the black hand of darkness and the light shines again. Well, this track recalls Jefferson Airplane while the lyrics make my think of a short story by the Italian writer Dino Buzzati, “La fine del mondo”. The energetic “UFO” is in the same vein and conjures up the apocalyptic vision of a threatening starship, an iron ball coming from Mars.

“This Is The Last Day” is a heartfelt blues with a slow pace celebrating the last day of a woman with her lover. The sudden surge of energy of the middle section and the finale gives you the chance to imagine what can happen between the two lovers. Next comes “Once Upon A Time Rock'n'Roll”, a joyful tribute to the story of r&b... “I remember Molly and Lucille / Jerry, Chuck Berry and The King / Listen to them and you'll loose control...”.



“I Want To Keep On Dancing” is another good track about the magic power a music that can make you fly high. On the following “Tonight With You” Raffaele Spanetta takes charge of the lead vocals for a night ride under the rain on the swirling flute notes provided by the guest Chiara Dragoni. The sweet, dreamy ballad “Swan Of The Lake” features a string trio and concludes the album. Well, I think that this band has a good potential although in their song-writing at times they showcase a too derivative approach. I hope that in the future they will dare a bit more looking for a more original style. I'm looking forward to their next album! - Italian Prog Map


"ONCE UPON A TIME"

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"ONCE UPON A TIME"

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"Old Rock City Orchestra - Once Upon a Time - (M.P. & Records – 2012)"

Old Rock City Orchestra e Once Upon a Time sono rispettivamente un monicker e un titolo che denotano una certa nostalgia per il vecchio rock di una volta. Gli Old Rock City Orchestra nascono nel 2009 e scelgono gli anni sessanta-settanta come propria epoca di elezione. Psichedelia, blues e folk rock americano, sono le fondamenta su cui si regge il sound del quartetto (Cinzia Catalucci - Lead vocals/keyboards/percussion, Raffaele Spanetta - Guitars/synthesizers/vocals, Giacomo Cocchiara - Bass/acoustic guitar/backing vocals e Mike Capriolo - Drums/percussion/synthesizer/acoustic bass/backing vocals). Per descrivere il loro sound, il primo nome che viene in mente è quello dei Jefferson Airplane: credo che la band non voglia neanche mascherare il proprio amore per il gruppo che fu di Grace Slick. Però la prima sostanziale differenza la si trova nel confronto delle due voci: quella dell’americana è d’estrazione folk, mentre quella dell’italiana, per quel che mi pare di capire, ha radici che affondano nel jazz. Inoltre, rispetto alla psichedelica classica, quella di scuola americana, i nostri hanno un approccio maggiormente progressive, il che rende i brani poco scontati e più vari, anche se non manca una certa immediatezza. Un album maturo e pieno di passione, lontano dalle mode e capace di donare agli amanti di un certo rock emozioni intense, senza necessariamente doversi sporcare le dita con la polvere depositata sui vecchi vinili. Lunga vita al rock and roll!
Voto: 7,5/10
g.f.cassatella

Contact
www.facebook.com/oldrockcityorchestra
www.gtmusic.it/news_dalle_distribuite1.htm - Raw & Wild


"Old Rock City Orchestra - Once Upon a Time - (M.P. & Records – 2012)"

Old Rock City Orchestra e Once Upon a Time sono rispettivamente un monicker e un titolo che denotano una certa nostalgia per il vecchio rock di una volta. Gli Old Rock City Orchestra nascono nel 2009 e scelgono gli anni sessanta-settanta come propria epoca di elezione. Psichedelia, blues e folk rock americano, sono le fondamenta su cui si regge il sound del quartetto (Cinzia Catalucci - Lead vocals/keyboards/percussion, Raffaele Spanetta - Guitars/synthesizers/vocals, Giacomo Cocchiara - Bass/acoustic guitar/backing vocals e Mike Capriolo - Drums/percussion/synthesizer/acoustic bass/backing vocals). Per descrivere il loro sound, il primo nome che viene in mente è quello dei Jefferson Airplane: credo che la band non voglia neanche mascherare il proprio amore per il gruppo che fu di Grace Slick. Però la prima sostanziale differenza la si trova nel confronto delle due voci: quella dell’americana è d’estrazione folk, mentre quella dell’italiana, per quel che mi pare di capire, ha radici che affondano nel jazz. Inoltre, rispetto alla psichedelica classica, quella di scuola americana, i nostri hanno un approccio maggiormente progressive, il che rende i brani poco scontati e più vari, anche se non manca una certa immediatezza. Un album maturo e pieno di passione, lontano dalle mode e capace di donare agli amanti di un certo rock emozioni intense, senza necessariamente doversi sporcare le dita con la polvere depositata sui vecchi vinili. Lunga vita al rock and roll!
Voto: 7,5/10
g.f.cassatella

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"Old Rock City Orchestra «Once Upon A Time» (2012)"

E' stato davvero un gran piacere ascoltare “Once Upon a Time” della band orvietana degli Old Rock City Orchestra. Il progetto è nato tre anni or sono con i migliori presupposti di un rock psichedelico/progressive rock settantiano ma anche con frequenti e curiosi inserti pseudo-sinfonici (violini in primis). Il sound che si viene a creare è senz'altro elegante e costruito certosinamente con tutti i crismi e tutta la professionalità di musicisti di certo non alle prime armi.
Brilla particolarmente l'eccezionale ed ispirata voce della vocalist Cinzia Catalucci, alle prese anche con percussioni e tastiere mentre ai rimanenti tre artisti che l'accompagnano il compito non si è presentato facile ma qualitativamente “Unce Upon a Time” non abbassa mai la guardia e resta fedele sia a sonorità “vecchia scuola” che a fantasiose sperimentazioni pseudo-fusion (“I Want To Keep On Dancing” ma anche la jazzata “Another Flower”), dolci ballad eteree (“Swam Of The Lake”), simpatici e curiosi rock 'n' roll (“Once Upon a Time Rock 'n' Roll”) e funanbolici blues dalla carica energica non indifferente (“This Is Last Day”).
Come vedete gli esempi non sono pochi ma dare un semplice ascolto al platter non sarebbe in alcun modo sufficiente, motivo per cui consiglio di lasciarsi coccolare dall'eleganza e dagli articolati e leggiadri suoni degli ORCO -curioso acronimo che suona quasi come un ossimoro rispetto alla proposta della band- e scoprire in questi 40 minuti scarsi delle atmosfere veramente eccellenti, frutto di musicisti d'eccezione.
Un'oasi nel deserto per quanto mi riguarda. - Metalwave.it


"Old Rock City Orchestra – Once Upon A Time (MP Records/GT Music)"

Una band che sin dal nome sembra voler dettare le regole della propria musica, ma che in realtà ha più sfumature di quelle che persino il titolo vorrebbe delineare. Una classicità moderna?
Avvolto da una bella copertina, che rievoca perfettamente la bruma autunnale che la musica dei solchi trasmette, questo esordio degli Old Rock City Orchestra (un nome un programma), è avvolto da nebbie psichedeliche, con innesti di rock progressivo e qualche spruzzatina di energia a ritmo battente. Un calderone che rievoca gruppi come Spring, Gravy Train, ma anche i ben più recenti Magic Numbers, con qualche riff hard & metal al posto giusto, il tutto in quella linea immaginaria dove l’atmosfera incontra la sostanza. Sarebbe facile trovare nella cantante Cinzia Catalucci, il polo d’attrazione della band, grazie alla sua suadente e sicura voce e ai suoi determinati interventi di tastiere, ma è l’insieme del quartetto che funziona, con una sezione ritmica puntuale ed una chitarra fantasiosa. I brani che a mio avviso meglio individuano il potenziale del gruppo sono, l’iniziale ‘Stand Up’ con un groove contagioso, i giochi vocali di ‘Black Hand In The Sky’, i ricami sixties di ‘UFO’ e il tributo agli Uriah Heep di ‘Tonight With You’ con un flauto vorticoso. Ma anche nelle restanti canzoni ascolterete buone vibrazioni. E' una promessa! - Musicalnews.com


"Old Rock City Orchestra – Once Upon A Time (MP Records/GT Music)"

Una band che sin dal nome sembra voler dettare le regole della propria musica, ma che in realtà ha più sfumature di quelle che persino il titolo vorrebbe delineare. Una classicità moderna?
Avvolto da una bella copertina, che rievoca perfettamente la bruma autunnale che la musica dei solchi trasmette, questo esordio degli Old Rock City Orchestra (un nome un programma), è avvolto da nebbie psichedeliche, con innesti di rock progressivo e qualche spruzzatina di energia a ritmo battente. Un calderone che rievoca gruppi come Spring, Gravy Train, ma anche i ben più recenti Magic Numbers, con qualche riff hard & metal al posto giusto, il tutto in quella linea immaginaria dove l’atmosfera incontra la sostanza. Sarebbe facile trovare nella cantante Cinzia Catalucci, il polo d’attrazione della band, grazie alla sua suadente e sicura voce e ai suoi determinati interventi di tastiere, ma è l’insieme del quartetto che funziona, con una sezione ritmica puntuale ed una chitarra fantasiosa. I brani che a mio avviso meglio individuano il potenziale del gruppo sono, l’iniziale ‘Stand Up’ con un groove contagioso, i giochi vocali di ‘Black Hand In The Sky’, i ricami sixties di ‘UFO’ e il tributo agli Uriah Heep di ‘Tonight With You’ con un flauto vorticoso. Ma anche nelle restanti canzoni ascolterete buone vibrazioni. E' una promessa! - Musicalnews.com


"Old Rock City Orchestra - "Once Upona A Time""

Quarant'anni fa, San Francisco sarebbe impazzita per questa band, affascinante per il suo impatto musicalmente vagamente freak. - Classix!


"Old Rock City Orchestra - Once Upon a Time"

C'era una volta il vinile dei bei dischi dalle copertine meritorie di cornici e dai suoni caldi, sprigionati da quell'aratro fedele che era la puntina dei giradischi. "C'era una volta" si intitola pure l'album d'esordio degli orvietani Old Rock City Orchestra - CONTRAppunti


"Old Rock City Orchestra - Once Upon a Time"

C'era una volta il vinile dei bei dischi dalle copertine meritorie di cornici e dai suoni caldi, sprigionati da quell'aratro fedele che era la puntina dei giradischi. "C'era una volta" si intitola pure l'album d'esordio degli orvietani Old Rock City Orchestra - CONTRAppunti


"Quei vecchi, cari suoni rock riveduti e corretti per il ventunesimo secolo."

Prendete un po' di Blues alla John Mayall, una parte di Deep Purple degli anni di Shades, un assaggio di vecchio Rock'n'Roll, oltre a dosi di King Crimson e Jethro Tull. Agitate bene ed ecco uscire per il lettore Cd un progetto nato a Orvieto. - La Nazione


"OLD ROCK CITY ORCHESTRA - ONCE UPON A TIME (MUSICHE PARTICOLARI & RECORDS, 2012)"

Un lavoro ricco di particolari musicali che rendono unico ogni brano: “Once upon a time” degli Old Rock City Orchestra.




Genere: rock, blues
Voto: 7/10
Ascolta anche: Gaia Groove


“Once upon a time”...gli Old Rock City Orchestra.

L’incipit in stile fiabesco non è una scelta causale, poiché il lavoro (come tutte le favole) è tanto ricco di particolari quanto di quel “metodo narrativo” che incanta.

Ogni singola canzone, infatti, gode di una sua particolare caratterizzazione che definisce l’argomento in questione.

Il brano “Ufo”, ad esempio, ha come caratteristica dominante le tastiere: ciò rende il brano molto stile anni 70 donandogli un suono “spaziale”.

Altro esempio è “Once upon a time Rock’n’Roll”: dove tutti i riff e gli stili dei cantanti e dei brani che vengono citati si fondono insieme in una canzone sbalorditiva.

Notevoli, soprattutto, gli assoli e intro di chitarra di Raffaele Spanetta.

Sarebbe interessante ascoltare una ballade composta dalla band. Di conseguenza: attendiamo con ansia il prossimo lavoro.



TRACKLIST
1. Stand up
2. Another flower
3. Black hand in the sky
4. Ufo
5. This is the last day
6. Once upon a time rock’n’roll
7. I want to keep on dancing
8. Tonight with you
9. Swin of the lake

OLD ROCK CITY ORCHESTRA sono:
Cinzia Catalucci - voce, tastiere e percussioni
Raffaele Spanetta - chitarre, sintetizzatore e voce
Giacomo Cocchiara - basso e voce
Michele “Mike” Capriolo - batteria, percussioni e voce

Articolo di: Simone Vairo
Grazie a: Old Rock City Orchestra
Sul web: www.facebook.com/oldrockcityorchestra - www.myspace.com/oldrockcityorchestra - Saltinaria.it


"OLD ROCK CITY ORCHESTRA - ONCE UPON A TIME (MUSICHE PARTICOLARI & RECORDS, 2012)"

Un lavoro ricco di particolari musicali che rendono unico ogni brano: “Once upon a time” degli Old Rock City Orchestra.




Genere: rock, blues
Voto: 7/10
Ascolta anche: Gaia Groove


“Once upon a time”...gli Old Rock City Orchestra.

L’incipit in stile fiabesco non è una scelta causale, poiché il lavoro (come tutte le favole) è tanto ricco di particolari quanto di quel “metodo narrativo” che incanta.

Ogni singola canzone, infatti, gode di una sua particolare caratterizzazione che definisce l’argomento in questione.

Il brano “Ufo”, ad esempio, ha come caratteristica dominante le tastiere: ciò rende il brano molto stile anni 70 donandogli un suono “spaziale”.

Altro esempio è “Once upon a time Rock’n’Roll”: dove tutti i riff e gli stili dei cantanti e dei brani che vengono citati si fondono insieme in una canzone sbalorditiva.

Notevoli, soprattutto, gli assoli e intro di chitarra di Raffaele Spanetta.

Sarebbe interessante ascoltare una ballade composta dalla band. Di conseguenza: attendiamo con ansia il prossimo lavoro.



TRACKLIST
1. Stand up
2. Another flower
3. Black hand in the sky
4. Ufo
5. This is the last day
6. Once upon a time rock’n’roll
7. I want to keep on dancing
8. Tonight with you
9. Swin of the lake

OLD ROCK CITY ORCHESTRA sono:
Cinzia Catalucci - voce, tastiere e percussioni
Raffaele Spanetta - chitarre, sintetizzatore e voce
Giacomo Cocchiara - basso e voce
Michele “Mike” Capriolo - batteria, percussioni e voce

Articolo di: Simone Vairo
Grazie a: Old Rock City Orchestra
Sul web: www.facebook.com/oldrockcityorchestra - www.myspace.com/oldrockcityorchestra - Saltinaria.it


"Album di successo, videoclip e tante news."

Questi sono gli Old Rock City Orchestra. Il successo e il prestigio della band tutta orvietana ha avuto una sonora impennata negli ultimi tempi. - Tuttorvieto Magazine


"Old Rock City Orchestra e la musica "fiabesca""

Leggendo bene tra le righe del loro nome si possono già trovare tutti gli elementi che li contraddistinguono: la parola "old" (si muovono infatti tra echi classicheggianti), e poi "rock" (il genere di riferimento), "city" (perché provengono dalla stessa città), "orchestra" (le loro atmosfere sono sicuramente orchestrali). Un'interpretazione che, a sentire anche i diretti interessanti, ovvero i quattro giovani componenti dell'Old Rock City Orchestra, «ci sta tutta».
«Il nome Old Rock City Orchestra - spiegano - nasce dall'esigenza di trovare un qualcosa che accomunasse tutti i membri della band e la "vecchia città rupestre", Orvieto, sembrava essere proprio l'elemento unificante. Le parole "old" e "rock" sono sia gli aggettivi che descrivono la "city", la città di Orvieto appunto, sia il genere musicale da cui traiamo ispirazione, l'"old rock", il rock delle origini. E noi quattro, proprio per le atmosfere orchestrali e classicheggianti che emergono dalla nostra musica, ci consideriamo una sorta di orchestra, "l'orchestra della vecchia città rupestre"».
La loro intenzione è quindi quella di fondere le sonorità tipiche del rock delle origini, psichedelia, musica progressiva, blues-rock, il tutto arricchito da atmosfere classicheggianti e orchestrali. Ad influenzare la loro musica e i testi delle loro canzoni sono «le sensazioni, gli stati d'animo, la volontà di cambiamento, i trascorsi personali, gli accadimenti della vita in generale». Ma non solo questo, ed aggiungono: «Percezioni, visioni oniriche e immaginazione giocano un ruolo importante nella composizione dei nostri brani».
Ascoltandovi arrivano in primo piano le armonie vocali "angeliche" della cantante, sicuramente questo un tratto distintivo del vostro sound...
«Anche l'acronimo infatti non è un caso. Old Rock City Orchestra viene molto spesso abbreviato con il nome "Orco", che secondo noi offre un'ulteriore suggestione. Il richiamo al mondo fiabesco è infatti una caratteristica del nostro sound, contraddistinto appunto da armonie vocali evocative. L'Orco è un personaggio di fantasia e ben si sposa con la nostra concezione della musica. Questa espressione artistica è perfino in grado di creare connessioni al di là del reale, di proiettare l'ascoltatore in qualsiasi dimensione, in qualsiasi luogo metaforico. Ed è proprio questa, a nostro avviso, la più grande capacità della musica, quella di far evadere dal quotidiano, di dare a tutti la possibilità di immaginare. E anche grazie alla voce di Cinzia diamo vita a un'atmosfera immaginifica, o almeno è quello che tentiamo di fare».
Che riflessioni vi sentite di fare oggi a pochi anni dall'inizio del vostro percorso musicale?
«Possiamo dire che il nostro percorso musicale è andato ben oltre le nostre aspettative di partenza. Dal 2009 a oggi abbiamo ottenuto grandi soddisfazioni grazie a un contratto discografico e un disco distribuito praticamente in tutto il mondo. Gli apprezzamenti degli addetti ai lavori e del pubblico stanno confermando la buona riuscita del nostro lavoro. Questo ci porta a pensare che siamo sulla buona strada. Alla base di tutto ciò, oltre al fondamentale supporto da parte della nostra etichetta, vi è sicuramente una solidità all'interno della band che permette di lavorare con continuità e sempre in maniera produttiva».
Siete già arrivati ad una definizione del vostro genere che vi può accontentare?
«Molti hanno definito il nostro genere a cavallo tra il rock psichedelico di fine anni '60 e il progressive rock dei primi anni '70, qualcun altro in maniera più specifica lo ha definito "protoprog", altri ancora art rock. In realtà il nostro sound è inevitabilmente debitore nei confronti di un passato che ancora vive nelle sonorità odierne, ma quello che cerchiamo di fare è di attingere al nostro background musicale e di fondere in maniera organica i diversi generi, nonché i differenti stili che appartengono a ogni membro della band per creare qualcosa di nuovo. Ma su una cosa siamo tutti d'accordo: "rock" è la parola chiave».
Questa estate inizierete anche un tour europeo. Come è nata l'occasione?
«Saremo in giro per l'Europa a far conoscere la nostra musica in città come Brighton, Londra, Amsterdam e altre ancora. Siamo stati selezionati dall'agenzia Stage Alive di Milano per alcune date nel Regno Unito e da lì abbiamo pensato di cogliere l'occasione per organizzare un vero e proprio tour europeo. Così, con l'aiuto della nostra etichetta e della nostra promoter e tour manager, siamo riusciti a fis - Il Giornale dell'Umbria


"Old Rock City Orchestra e la musica "fiabesca""

Leggendo bene tra le righe del loro nome si possono già trovare tutti gli elementi che li contraddistinguono: la parola "old" (si muovono infatti tra echi classicheggianti), e poi "rock" (il genere di riferimento), "city" (perché provengono dalla stessa città), "orchestra" (le loro atmosfere sono sicuramente orchestrali). Un'interpretazione che, a sentire anche i diretti interessanti, ovvero i quattro giovani componenti dell'Old Rock City Orchestra, «ci sta tutta».
«Il nome Old Rock City Orchestra - spiegano - nasce dall'esigenza di trovare un qualcosa che accomunasse tutti i membri della band e la "vecchia città rupestre", Orvieto, sembrava essere proprio l'elemento unificante. Le parole "old" e "rock" sono sia gli aggettivi che descrivono la "city", la città di Orvieto appunto, sia il genere musicale da cui traiamo ispirazione, l'"old rock", il rock delle origini. E noi quattro, proprio per le atmosfere orchestrali e classicheggianti che emergono dalla nostra musica, ci consideriamo una sorta di orchestra, "l'orchestra della vecchia città rupestre"».
La loro intenzione è quindi quella di fondere le sonorità tipiche del rock delle origini, psichedelia, musica progressiva, blues-rock, il tutto arricchito da atmosfere classicheggianti e orchestrali. Ad influenzare la loro musica e i testi delle loro canzoni sono «le sensazioni, gli stati d'animo, la volontà di cambiamento, i trascorsi personali, gli accadimenti della vita in generale». Ma non solo questo, ed aggiungono: «Percezioni, visioni oniriche e immaginazione giocano un ruolo importante nella composizione dei nostri brani».
Ascoltandovi arrivano in primo piano le armonie vocali "angeliche" della cantante, sicuramente questo un tratto distintivo del vostro sound...
«Anche l'acronimo infatti non è un caso. Old Rock City Orchestra viene molto spesso abbreviato con il nome "Orco", che secondo noi offre un'ulteriore suggestione. Il richiamo al mondo fiabesco è infatti una caratteristica del nostro sound, contraddistinto appunto da armonie vocali evocative. L'Orco è un personaggio di fantasia e ben si sposa con la nostra concezione della musica. Questa espressione artistica è perfino in grado di creare connessioni al di là del reale, di proiettare l'ascoltatore in qualsiasi dimensione, in qualsiasi luogo metaforico. Ed è proprio questa, a nostro avviso, la più grande capacità della musica, quella di far evadere dal quotidiano, di dare a tutti la possibilità di immaginare. E anche grazie alla voce di Cinzia diamo vita a un'atmosfera immaginifica, o almeno è quello che tentiamo di fare».
Che riflessioni vi sentite di fare oggi a pochi anni dall'inizio del vostro percorso musicale?
«Possiamo dire che il nostro percorso musicale è andato ben oltre le nostre aspettative di partenza. Dal 2009 a oggi abbiamo ottenuto grandi soddisfazioni grazie a un contratto discografico e un disco distribuito praticamente in tutto il mondo. Gli apprezzamenti degli addetti ai lavori e del pubblico stanno confermando la buona riuscita del nostro lavoro. Questo ci porta a pensare che siamo sulla buona strada. Alla base di tutto ciò, oltre al fondamentale supporto da parte della nostra etichetta, vi è sicuramente una solidità all'interno della band che permette di lavorare con continuità e sempre in maniera produttiva».
Siete già arrivati ad una definizione del vostro genere che vi può accontentare?
«Molti hanno definito il nostro genere a cavallo tra il rock psichedelico di fine anni '60 e il progressive rock dei primi anni '70, qualcun altro in maniera più specifica lo ha definito "protoprog", altri ancora art rock. In realtà il nostro sound è inevitabilmente debitore nei confronti di un passato che ancora vive nelle sonorità odierne, ma quello che cerchiamo di fare è di attingere al nostro background musicale e di fondere in maniera organica i diversi generi, nonché i differenti stili che appartengono a ogni membro della band per creare qualcosa di nuovo. Ma su una cosa siamo tutti d'accordo: "rock" è la parola chiave».
Questa estate inizierete anche un tour europeo. Come è nata l'occasione?
«Saremo in giro per l'Europa a far conoscere la nostra musica in città come Brighton, Londra, Amsterdam e altre ancora. Siamo stati selezionati dall'agenzia Stage Alive di Milano per alcune date nel Regno Unito e da lì abbiamo pensato di cogliere l'occasione per organizzare un vero e proprio tour europeo. Così, con l'aiuto della nostra etichetta e della nostra promoter e tour manager, siamo riusciti a fis - Il Giornale dell'Umbria


Discography

Once Upon A Time (M. P. & Records - 2012)

Photos

Bio

Old Rock City Orchestra was formed in 2009 in Orvieto (Italy) by Cinzia Catalucci (vocals and keyboards) and Raffaele Spanetta (guitars). After common musical experiences in other bands the two founder members decided to start a new music project. Giacomo Cocchiara (bass guitar) and Michele “Mike” Capriolo (drums) joined the band and completed the final lineup.
In 2010 the group recorded their first promo, also broadcasted on Aural Moon Radio, and after good performances at numerous events and many Italian pubs and clubs the band completed their work recording four new songs during summer 2011. In the same year the music critic and writer Andrea Parentin mentioned Old Rock City Orchestra on Rock Progressivo Italiano. An introduction to Italian Progressive Rock.
The band released the debut album Once Upon A Time in June 2012 on the M. P. & Records label. The album, showcased at Tarkus Records in Rome in December of the same year, incorporate progressive and psychedelic rock influences with classical overtones.
Distributed by G. T. Music Distribution, Once Upon A Time has also been reviewed by the Italian magazine Classix! and the Dutch progressive rock music magazine iO Pages.
In 2013 the bad is involved in the European Summer Tour