Progetto ORb
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"Recensione "Via da me""

Il progetto Orb nasce nel 2006, con il bassista Giuseppe Gioia (dopo cinque anni tra le fila degli At Olympo's Grandmother e successivamente voce e chitarra dei Notte Industriale). Questa demo, Via da Me, si presenta come sincero tributo alla figura mai dimenticata di Elliott Smith e segue di qualche tempo la registrazione di Cera di Ef, preannunciato come un lavoro più maturo e curato negli arrangiamenti rispetto al predecessore.

Le atmosfere ricreate in questo mini sono tinte di toni acustici (che rimandano, senza scomodare paragoni troppo importanti sia chiaro, ad un certo De Andrè), nei quali si innestano liriche profonde e sensazioni malinconiche. Del resto, le reminiscenze di Lo-Fi sono evidenti sin dalle prime battute di Mattia Pascal, che apre il quadro raccontando la storia di un individuo posto ai margini della società. Poco incisiva risulta la successiva Marzo, mentre La Fine (Ovvero Cambiamenti) offre spunti interessanti. Arrangiata in maniera essenziale con una chitarra acustica in primo piano ed innesti elettrici di tanto in tanto, si erge come uno degli episodi migliori nel lavoro in studio, raccontando i significati di una sorta di riflessione interiore.
Colpisce parte della lirica, racconto nel quale "la parola fine suona stonata", anche se la voce non sempre è inquadrata in un contesto importante ed ambizioso.

Potrebbe essere questa una delle pecche ravvisabili nel lavoro di Giuseppe Gioia. Ci sono arrangiamenti importanti e curati (nella soffice melodia di Un Poeta... spiccano anche la chitarra e la voce di Francesco dei Jocelyn Pulsar), ci sono liriche profonde e dall'importante significato, anche se qualche lacuna va ancora colmata. In conclusione, si tratta di un lavoro ambizioso ed ascrivibile senza dubbio ad un filone poco approfondito nel nostro Paese, che col tempo potrebbe portare frutti importanti. Le premesse ci sono - www.rockline.it


"Recensione "Via da me" 2"

Progetto Orb nasce nel 2006 da un’idea di Giuseppe Gioia (bassista degli At Olimpio’s Grandmother, prima, e poi cantante e chitarrista dei Notte Industriale) e prende come riferimento e punto di partenza le musiche di De Andrè, De Gregori, Elliott Smith e Yann Tiersen.

Dopo il demo “Cerca di ef…” del 2006, nel 2008 è la volta di “Via da me”, Ep interamente autoprodotto dedicato alla memoria di Elliot Smith, cantautore statunitense prematuramente scomparso, in circostanze ancora misteriose, all’età di 34 anni.

“Via da me” è un Ep con arrangiamenti scarni, dove testi si posano come polline d’inverno su musiche sfilacciate, creando tentacoli di madreperla che s’insinuano nelle radici dell’anima.

Sembra quasi di assistere all’apertura acustica di “Civil War” dei Guns n’Roses nell’opener mesmerica “Mattia Pascal”, ballata concentrica che racconta la storia di un personaggio posto ai margini della società: “Ci stupivi con le frasi di un paracadute pazzo/ E narravi con occhi e tono stanco”. L’ombra che diventa unica e vera compagna di una vita intera.

A cantar di un risveglio, del passaggio dall’inverno alla primavera, arriva col disgelo “Marzo”, a portar con se profumi di seta e sapori di ombretti. Una scatola socchiusa che si apre al mondo, gocce di ghiaccio sciolto, rugiada in musica che parla di rinascita. E’ il volo verso il rinnovamento, il volo della vita che vince sulla morte.

La chitarra è sempre strumento portante anche nella successiva “La fine (ovvero cambiamenti)”: è una presa di coscienza. Il risveglio dopo la morte porta con se il cambiamento. Ma Giuseppe Gioia continua a cantare il suo tormento interiore, a ruminare e digerire uno stato in cui la parola “fine” suona stonata: “E se verrai un giorno, mi troverai là/ Io che non avevo il coraggio di prendere un treno…/ Io che ero solo e che il resto girava intorno/ Io che ero solo e che il resto girava intorno…”.

Le onde di “Amico lontano”, di un mare in tempesta che fanno naufragare autore e ascoltatore, si infrangono su “Un poeta…” che vede alla chitarra e alla voce la partecipazione di Francesco Pizzinelli, leader dei Jocelyn Pulsar. Un falò, un sapore démodé, un intreccio di chitarre e melange che sa di passato e di antico.

Chiude la cover del brano di Francesco De Gregori “Informazioni di Vincent”.

“Via da me” è il tormentato Ep che Progetto Orb si cuce sulla pelle. L’Ep gioca in costante equilibrio tra morte e nascita, tra perdite e resurrezioni, tra la fine e il principio. Un Ep dal suono acustico e sfilacciato, che cede a volte il passo a soluzioni lo-fi e psichedeliche, dove i tormenti del giovane Gioia, a dispetto del suo cognome, vengono a galla come iceberg, che nel bel mezzo della tempesta scompaiono tra le onde.

“Via da me” è un mantra recitato con voce tremante. E’ un sussurro catartico, liberatorio, come a voler liberarsi dal dolore. “Via da me” che ha una duplice lettura: “andate via da me”, riferito ad entità esterne, oppure un “via da me stesso”, dove l’autore cerca una via di fuga da se stesso.

Qualunque sia il significato, “Via da me” porta ad una sola conclusione: è la voglia e la speranza di tornare di nuovo a vivere.

- www.saltinaria.it


"Recensione "Via da me" 3"

Un demo povero, poverissimo. Con una copertina , ma senza nessuna indicazione su chi suoni, scriva, pensi, canti. Due pallide tracce: l'indirizzo mail Orb88 che fa pensare a una data di nascita e il richiamo allo studio di registrazione a Lecce. Abbiamo quindi un ventenne salentino all'esordio su demo? Potrebbe essere. Ma i motivi di interesse, nonostante un debutto tanto scarno ci sono: il primo è situato alla traccia numero 6: "Informazioni di Vincent", quindi non solo De Gregori, ma proprio quello della Pecora, il più intimista, intricato, distante, adolescenziale ... e poetico.
Progetto Orb sta tutto in voce chitarra e qualche commento di una pianola elettrica. Siamo anni luci distanti dal professionismo e anche da qualsiasi cosa che ci si possa avvicinare. Non abbiamo una tecnica chitarristica sopraffina (piuttosto del genere "gratta gratta qualche suono uscirà dalla chitarra") e la voce non è di sicuro una gran voce: pur scegliendo toni medi, il restare nel tono scelto appare a volte una scommessa. L'Elliot a cui è dedicato l'Ep sarebbe Elliot Smith, cantautore e non Thomas Elliot il poeta e Progetto Orb si chiama in realtà Giuseppe Gioia, al secondo tentativo di demo. Ma cambia poco. L'approccio resta molto artigianale.

E allora perché dare spazio? Perché nonostante tutto qualcosa c'è. Il dischetto, agile e leggero, non passa invano. Lo si ascolta, anche col retro dell'orecchio e resta in mente. Certo, c'è molto da lavorare. Indubbiamente il progetto Orb è, meglio chiarire, molto artigianale, ma "La fine (ovvero cambiamenti)" è un pezzo che ha "un suo perché", anche se le due chitarre che lo suonano non sembrano del tutto all'unisono.

Testi, musica o cosa? Un adeguato mix più un certo non so che. Magari Progetto Orb resterà una prova unica e sola, destinata non figliare o magari sarà solo il primo passo di una lunga storia musicale. Dai dati a disposizione non è certo dato discernere. Siamo proprio all'anima grezza di un lavoro.

Certo che ora c'è chi dice, sulla scia dei successi di Tricarico e Luci della Centrale elettrica, che basta una voce un po' stonata e un approccio non tradizionale alle canzoni per riscuotere immediatamente interesse. Un interesse un po' malato e forse deviato dal desiderio di trovare qualcosa fuori dalla norma e qualcosa di diverso dal solito. Tricarico indubbiamente è diverso, ma a volte in modo imbarazzante. Le luci della centrale elettrica si è fatto e proposto con uno stile, vincente e ammagliante, ma bisognerà attendere il secondo disco per capire come andrà avanti.

Progetto Orb ha messo insieme cinque canzoni proprie più una cover e in almeno tre casi ("Mattia Pascal", "La fine" e "Un poeta" riesce a catturare l'attenzione. Forse "Un poeta" è il brano più articolato, ma è anche perché è quello dove meno si sente la solitudine del progetto (due voci, due chitarre). La cover di "Informazioni di Vincent" è fatta bene, perfettamente in ruolo.

Insomma, niente di ché, se non germi, suggestioni, idee che magari germoglieranno. Altrove e non qui. Qui ci stanno i semi Se annaffiati con amore, con curiosità, con cultura e voglia di imparare potrebbero dare fiori.

- Brigata Lolli


Discography

Cera di ef... (2006); Via da me (2008).

Photos

Bio

Il PROGETTO ORBnasce nel 2006 dal bisogno di poter esprimere melodie che balzavano lente nella mia testa, di poter cantare le parole che appuntavo su vecchi fogli, la volontà di essere apprezzato in questa versione così intimistica.
Dopo poco riesco a registrare nella mia stanza un primo demo che porta il titolo di "CERA DI EF..." nel quale le melodie lente e morbide prendono il sopravvento.
Dopo il letargo durato un anno, qualche recensione non proprio favorevole e qualche live, decido di registrare il mio secondo demo cercando di dare sfogo a tutto quello che in questo periodo la mia testa, le mie orecchie, il mio cuore e il mio stomaco hanno avuto modo di conoscere,amare, odiare, ascoltare e osservare da lontano.
Nel 2008 autoproduco il mio secondo demo "VIA DA ME" un demo che parla delle storie dei personaggi che affollano le mie notti."VIA DA ME" è dedicato ad Elliott Smith, un poeta che abbiamo perso troppo presto.
A dicembre la Pink Room rimasterizza interamente "Cera di ef" e durante le vacanze natalizie cominceranno le registrazioni del nuovo lavoro "REGISTRAZIONI NOTTURNE"
peace