Problems with my Mind
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Music

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"SENTIRE ASCOLTARE"

Il mantra ossessivo rimbomba nella testa-cameretta. Desolate Empty Scenario : bip e deep bass, droni e sfrigolii, architettura d'elettroni, affresco industriale Clan Of Xymox attoniti Autechre, fantasmi senza pace, angoscia struggente. Confusa, cupa, incarognita, atavica la modernità tradita, angoscia strappata a morsi ogni giorno, giorno dopo giorno. Il versante più storto della Warp e il ghigno senza requie dei Suicide, sbuffi, strali, spasmi ( The Factory ). Danza sul dancefloor melmoso, tra volumi viscidi in avvicinamento - allontanamento. Pulsazioni scabre, sincopi contagiate di visioni morbose e disfacimenti, anti-danza che prova l'espressionismo senza rete, ansioso di trasmettere il senso d'invivibilità del quotidiano ( Passion Of An Old Woman ). Oppure, Disco Fashion Girl . Oppure, Lye Down : loop ossessivi, maniacali giri a vuoto strattonati d'allarme, mugolii monodie monacali, segnali di vite a perdere, perse ormai, trame ritmiche dall'inafferrabile disumanità, brusco incubo PIL/Suicide sognato LFO. Il canto sembra un virus nell'organismo appestato del sound. La lunghezza quasi insostenibile dei pezzi. Necessaria, però. Non ci eravamo sbagliati, su di loro (voto: 7.4/10) (febbraio 2008) - di Stefano solventi


"ROCKIT"


Strane alterazioni elettroniche schizzano dalle menti di questi due dj romagnoli che stupiscono per la spontaneità con cui assemblano i loro esperimenti strumentali, pur senza introdurre elementi di novità su tematiche ampiamente esplorate.
"Stato di Tensione" è un flusso di ruscelli acidi che sgorgano da un'ispirazione mutante, condensando inquietanti sperimentazioni digitali. Devoti ad esibizioni rigorosamente eseguite dal vivo, i Problems With My Mind inventano colonne sonore deliranti, muovendosi ad un passo dalla follia. Uno sturm und drang electropunk che sfoga il suo impeto in scarne ambientazioni industriali di stampo anni ottanta, ma con il fervore contemporaneo di una techno che ha ormai perso le sembianze umane. Un tessuto sonoro trafitto e squarciato da modulazioni di coscienza sospese tra droni sibilanti, rumori modulari, urla ed echi primordiali. Sequenze di bit frantumanti e suonati come fossero chitarre hardcore. Campionatori che aprono paesaggi degni di una scena di Tetsuo. Istinto e stile. Nevrosi e batticuore. Paesaggi allucinati quasi come quelli dei Suicide o dei Can. Atmosfere ossessive come certi Coil. Minimalismi astratti rubati ai Pan Sonic. Sei sfoghi espressivi ai limiti della comprensione. Sei pulsanti dell'autodistruzione in attesa di essere schiacciati da chiunque abbia un rapporto intimo e morboso con la propria angoscia. (03-10-2007) - di Stefano 'Acty' Rocco


"BUSICBOOM"

Ecco uno di quegli incontri che nonostante le controverse opinioni circa la manifestazione è ancora possibile fare al MEI di Faenza. Questi ragazzi, invece di fare il giro dei padiglioni con la loro sacca di demo tra etichette discografiche riviste e webzine, hanno avuto la bella idea d’allestire uno scarno banchetto - davvero indipendente! - e vendere la loro opera alla cifra di 50 centesimi la copia. Un cartello scritto alla meno peggio recita “Suicide, Jesus And Mary Chain, Liars” e Terry accoglie i curiosi con la sua verve bislacca e irrefrenabile a metà via tra l’Inghilterra di Jerzy Skolimowski e la provincia romagnola. Le musiche più interessanti spesso vengono dalle periferie, e i PWMM ne sono una bella conferma. Tastiere auto-costruite e sonorità che paiono echi da una Madchester in decadenza, tanto che aggiungerei sul loro cartello Inspiral Carpets e 808 State scritto a biro tutto storto, insieme all’epopea paranoide degli ultimi trent’anni dai Throbbing Gristle ad Aphex Twin passando con un balzo oltreoceano attraverso i Nirvana. Terry veste i panni d’un Cobain distorto e delirante che sbatte la testa contro le pareti imbottite d’un manicomio, Checco - il deus ex machina del duo – tesse suoni acidi e ottusi sorretti da potenti basslines. In quest’urlo reiterato all’infinito come una fobia cospiratoria o il gesto d’uno schizofrenico troviamo una vena inesauribile d’influenze e richiami, il ritorno d’un fantasma dal quale credevamo d’esserci liberati ma che invece torna a tormentarci, anche nel bucolico paesaggio della provincia romagnola.
Oh John Peel, ovunque tu sia, rimani in ascolto.
(28-12-2006) - di Mattia Bergamini


Discography

Album (2005)
Stato di Tensione (2007)

Photos

Bio

The influence are very various: PIL, Suicide, Autechre, rechenzentrum, Pan Sonic, Future Sound of London, Psychedelic Furs ecc...

------- (ITALIAN)

I problems with my mind nascono nella fine 2004 con un assetto iniziale formato dai cugini Tabanelli, Terenzio e Francesco, successivamente nel 2007 si aggiunge Ewald alla batteria elettronica. Terenzio è per meta Inglese (Manchester) mentre Ewald meta austriaco.

Il gruppo è totalmente basato sul Live (dove si esprime al meglio). Con una miriade di controller midi, campionatori e batterie elettroniche sono stati composti i brani, i quali sono così interamente eseguiti dal vivo.

Dal dicembre 2004 ad oggi sono stati realizzati numerosi concerti fra Ravenna, Cesena e Bologna.

Le influenze possono essere delle più disparate. L'attitudine è quella di un gruppo punk/schizofrenico. Alcuni gruppi con cui si può trovare qualche elemento in condivisione: Suicide, Pan Sonic, LFO, Orbital, rechenzentrum, Liars, psychedelic furs, PIL, Autechre ecc...

All'attivo sono presenti due album. Il primo del 2005 con maggiori influenze new wave, il secondo molto più elettronico dove si è visto l'abbandono dell'uso del basso elettrico, entrambi hanno ricevuto numerose ottime recensioni (vedi sotto).
Ora sono anche disponibili molti nuovi pezzi, i quali dal vivo hanno riscontrato un ottimo impatto dal pubblico. Su questi ultimi sono appena iniziate le registrazioni.

Dal nostro myspace ci sono brevi estratti dai nostri due album:
www.myspace.com/pwmm