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"Reviews - The People Speak"

:: The People Speak - And Now, The Real News - (TaRock Records - 2011)
Con una prima traccia dai toni stimolanti, “Dance Dance Dance”, esordisce la band pugliese “The People Speak” con un debut album dal titolo in stile speaker corner: “And now the real news”, premettendo già dai primi e ritmati suoni tutto l’acume e il trascinante groove di questo quartetto, un mix di vibrazioni elettroniche, punk-rock british style essenziale e un sapiente e sfacciato uso del synth da parte della vocalist Mari, procacemente glam.
Con le prime note si salta e ci si agita a suon di campanaccio e batteria, complici tra le mani di V.(drums. vocals); il ritorno melodico poi è azzeccatissimo e ti entra in testa come se lo conoscessi da sempre. In “94-96” è il basso cupo ed elegante di Rob che introduce la malleabile voce di Mari che riesce a creare atmosfere rarefatte e ad esplodere un secondo dopo in un tripudio punk-rock scolla-piedi! Brano dai toni synth-pop è il successivo “86 Normal Wait”, sarebbe perfetto per un passaggio radiofonico, di immediato impatto, giocato su controcanto e suoni robotici intrippanti. Strumenti piacevolmente sporcati per “Red carpet” intensa e creativa, con un cantato quasi narrato e melodie come sempre “familiari” già al primissimo ascolto ma mai banali o scontate.
Influenze funk, i The People Speak non si risparmiano, amano sperimentare (basti pensare all’idea di aggiungere nell’album sei remix che stravolgono le tracce originali!), cambiare registri melodici improvvisamente così come in “Blind”. L’intero album è molto veloce, da ascoltare tutto d’un fiato, non c’è spazio per una ballad o per chiari di luna, l’esigenza espressiva di questa band è tale da non risparmiare un filo d’energia! Segni di meditazione melodica pacata sono appena accennati in “49th Blues”, del resto il titolo di questo pezzo ne preannuncia lo stile. L’intero album è una pazza festa, un collage di generi e influenze, colori e umori, lo stesso collage è ben rappresentato anche sulla copertina con un lavoro di art-work davvero impeccabile ed originale a cura di Nico Murri che ha saputo catturare l’essenza dei quattro musicisti.
L’effetto “doccia ghiacciata in estate torbida” dei The People Speak ci ha travolto piacevolmente, nell’attesa di goderli dal vivo li ascolto ancora e ancora e ancora e anc….
Voto 7,5/10
sara centaro - RAW&WILD MAGAZINE


"The People Speak: nome, testi e sonorità inglesi per una band made in Bari"

BARI - Mari alla voce e al synth, Rob al basso, Niki alle chitarre, Ventura alla batteria (solo i nomi perchè a loro dire fa più «international»): sono i “The People Speak” band made in Bari dal sapore internazionale. «Proponiamo testi in inglese e sonorità divertenti, energiche ed elettroniche», queste le parole del batterista, con cui abbiamo parlato.

The People Speak: un nome inglese per una band pugliese. Com’è nata questa idea?

Tutto è accaduto per opera di Mari, la nostra cantante. Lei era a New York, aveva appena finito di guardare un concerto, quando una troupe televisiva armata di telecamera e innumerevoli t-shirt sponsor, catturò la sua attenzione. Si trattava di un format televisivo americano dal nome “The People Speak”, che forniva agli spettatori la possibilità di parlare e di esternare ogni pensiero. Durante le nostre prove, portò la maglietta ricevuta in quell’occasione e tra una canzone e l’altra guardando la stampa è arrivata l’ispirazione.

Anche i testi delle vostre canzoni sono in inglese. Non volete comunicare in italiano?

Comunicare in inglese ci consente di allargare i nostri orizzonti, permettendoci di farci ascoltare anche fuori dall’Italia. Laura Pausini o Eros Ramazzotti sono artisti affermati e arrivano alle orecchie di chiunque. Noi dobbiamo utilizzare una lingua universale per parlare con il pubblico.

Internet vi aiuta a diffondere la vostra musica?

Sì, è fondamentale. Attraverso questo canale riusciamo ad avere una buona visibilità senza spendere grandi cifre: tutto quello che serve è una connessione e ovviamente una buona musica da proporre.

Chi scrive i testi e chi compone la musica?

Mari scrive i testi. Per quanto concerne la musica, la questione è più "astratta". Le melodie, il più delle volte, nascono da una profonda complicità artistica che c’è tra di noi. E’ capitato che una semplice improvvisazione abbia dato vita a qualche brano presente nel cd "Now the real news".

Un album all’attivo e non solo. Infatti, avete rappresentato l’Italia nella sezione “Musique actuelle” al Festival FIMU di Belfort (Francia) e la Puglia a “Italia Wave Festival” nel 2010. Con un curriculum così, è facile proporre la vostra musica nelle piazze o nei locali pugliesi?

Ci proviamo, ma la verità è che si può suonare ovunque.

Eppure qualche tuo collega dice che è difficile emergere in Puglia…

Dicono così perché qui alcuni proprietari di locali (non voglio generalizzare) sono commercianti e non direttori artistici, ti chiedono di suonare ma non vogliono pagare, oppure ti propongono strutture non adeguate.

In quale parte del mondo sognate il vostro futuro artistico?

Per il genere di musica che facciamo noi, il posto più appropriato è l’Inghilterra.

Cosa consigli a chi ha il vostro stesso sogno nel cassetto?

Di perseguire il proprio sogno senza mezze misure. Bisogna avere grinta ma allo stesso tempo essere umili, quel che serve è davvero tanto coraggio.
- BARINEDITA


"The People Speak: nome, testi e sonorità inglesi per una band made in Bari"

BARI - Mari alla voce e al synth, Rob al basso, Niki alle chitarre, Ventura alla batteria (solo i nomi perchè a loro dire fa più «international»): sono i “The People Speak” band made in Bari dal sapore internazionale. «Proponiamo testi in inglese e sonorità divertenti, energiche ed elettroniche», queste le parole del batterista, con cui abbiamo parlato.

The People Speak: un nome inglese per una band pugliese. Com’è nata questa idea?

Tutto è accaduto per opera di Mari, la nostra cantante. Lei era a New York, aveva appena finito di guardare un concerto, quando una troupe televisiva armata di telecamera e innumerevoli t-shirt sponsor, catturò la sua attenzione. Si trattava di un format televisivo americano dal nome “The People Speak”, che forniva agli spettatori la possibilità di parlare e di esternare ogni pensiero. Durante le nostre prove, portò la maglietta ricevuta in quell’occasione e tra una canzone e l’altra guardando la stampa è arrivata l’ispirazione.

Anche i testi delle vostre canzoni sono in inglese. Non volete comunicare in italiano?

Comunicare in inglese ci consente di allargare i nostri orizzonti, permettendoci di farci ascoltare anche fuori dall’Italia. Laura Pausini o Eros Ramazzotti sono artisti affermati e arrivano alle orecchie di chiunque. Noi dobbiamo utilizzare una lingua universale per parlare con il pubblico.

Internet vi aiuta a diffondere la vostra musica?

Sì, è fondamentale. Attraverso questo canale riusciamo ad avere una buona visibilità senza spendere grandi cifre: tutto quello che serve è una connessione e ovviamente una buona musica da proporre.

Chi scrive i testi e chi compone la musica?

Mari scrive i testi. Per quanto concerne la musica, la questione è più "astratta". Le melodie, il più delle volte, nascono da una profonda complicità artistica che c’è tra di noi. E’ capitato che una semplice improvvisazione abbia dato vita a qualche brano presente nel cd "Now the real news".

Un album all’attivo e non solo. Infatti, avete rappresentato l’Italia nella sezione “Musique actuelle” al Festival FIMU di Belfort (Francia) e la Puglia a “Italia Wave Festival” nel 2010. Con un curriculum così, è facile proporre la vostra musica nelle piazze o nei locali pugliesi?

Ci proviamo, ma la verità è che si può suonare ovunque.

Eppure qualche tuo collega dice che è difficile emergere in Puglia…

Dicono così perché qui alcuni proprietari di locali (non voglio generalizzare) sono commercianti e non direttori artistici, ti chiedono di suonare ma non vogliono pagare, oppure ti propongono strutture non adeguate.

In quale parte del mondo sognate il vostro futuro artistico?

Per il genere di musica che facciamo noi, il posto più appropriato è l’Inghilterra.

Cosa consigli a chi ha il vostro stesso sogno nel cassetto?

Di perseguire il proprio sogno senza mezze misure. Bisogna avere grinta ma allo stesso tempo essere umili, quel che serve è davvero tanto coraggio.
- BARINEDITA


"The People Speak - And Now, The Real News"

Disco d’esordio per i The People Speak, quartetto di Bari già finalista del contest per emergenti di Italia Wave nel 2010, e per la neonata etichetta TaRock Records, nuova fucina di talenti dell’underground pugliese.
Disco d’esordio per i The People Speak, quartetto di Bari già finalista del contest per emergenti di Italia Wave nel 2010, e per la neonata etichetta TaRock Records, nuova fucina di talenti dell’underground pugliese. Sette brani e sei remix in cui la band mostra un sound diretto e coinvolgente. Sonorità che fanno scuotere il bacino e approccio rock sono la prerogativa del gruppo che ha il suo punto forte nella voce di Mari e nelle ritmiche imbastite dal trio alle sue spalle(Rob, Niki e V.) che si mostra sporco al punto giusto con forti influenze nel punk-funk d’oltremanica. L’apertura di “Dance, Dance, Dance” è abbastanza rappresentativa del sound internazionale dei The People Speak: ritornello appiccicoso, synth analogici e groove trascinante. Di notevole impatto anche il secondo brano “94-96” che dopo un’apertura sommessa esplode nel ritornello con un riff accattivante e backing vocals impazzite. Un’ulteriore traccia particolarmente riuscita è “Blind”(anche nelle due versioni remix poste a chiusura del disco) che con un’adeguata promozione radiofonica ed un video in heavy rotation permetterebbe alla band di esplodere ovunque. A chiusura della corsa la godibilissima “49Th Blues”, brano minimale che ricorda un po’ la Pj Harvey degli esordi. Con questo “And Now The Real News” i The People Speak puntano dritto al dunque permettendo all’ascoltatore di entrare subito nel mood del disco e lo dimostrano anche i remix dei brani, particolarmente avvezzi al trattamento sintetico ad opera di Deckard e soci. Una band da tenere d’occhio.
- MUSICALNEWS


"The People Speak - And Now, The Real News"

I The People Speak sono un gruppo pugliese arrivato alla sua prima prova ufficiale, dopo un demo pubblicato nel 2010 e una lunga serie di date anche al di fuori dei confini italiani. "And now, the real news" è in realtà poco più di un EP, con sette brani e 6 remix dei brani stessi. È chiaro già dal packaging del disco quale sia l'immaginario della band: colori fluo alla "Never Mind the Bollocks", collage di ritagli di giornale, richiamo alla cultura classica per destrutturarla e dissacrarla (si veda la rivisitazione della dama con l'ermellino in copertina o la barbie pugile in versione uomo vitruviano che campeggia al centro del cd).

Lo stesso mondo è inseguito tra una traccia e l'altra, con un punk-funk alla Yeah Yeah Yeahs, voce femminile e maschile che si rincorrono su beat alla !!!. C'è spazio per fantasie danzerecce e synth, come in (appunto) "Dance dance dance", attacchi soft e esplosioni distorte in "94-96", dissonanze grunge e indie rock tirato. I The People Speak riescono a tracciare il loro personale ponte tra gli anni '90, venerati e omaggiati in "86 normal wait" e le correnti del punk funk degli anni zero. Rimbalzano tra le Elastica, i Republica, e il sound del filone Rapture-primi Liars, a volte persino LCD Soundsystem, fino ad arrivare a ricordare dei Ting Tings più cupi. Estremamente energici ed efficaci nel sincopare e frammentare ritmi, meno convincenti quando la melodia ha la meglio (come in "Blind" e "49th Blues", litania rock appassionata ma scontata).

I remix non fanno altro che spogliare i pezzi all'osso ("Dance dance dance Deckard remix") ed esaltarne le qualità ritmiche trasformandoli in martellanti brani 80's, deliri di synth ("Red carpet Deckard remix"), e a volte invece smontandoli in un tappeto di stratificazioni ed echi (come in "Blind eraser remix"). La scelta di inserire dei remix (a mio parere non innovativi), dovrebbe probabilmente essere interpretata come una delle possibili tendenze future dei The People Speak, già vicini a un'impostazione elettronica. In definitiva un disco carino, anche se certamente non rivoluzionario. - ROCK.IT


"PUGLIA ELECTRO GROOVE"

RECENSIONE ::: The People Speak – And now, the real news.
Vi avevamo avvisati che era uscito. L'abbiamo ascoltato, e questo è cosa ne pensiamo! Un “tonfo” elettronico iniziale e poi l’allegria del campanaccio. Parte così “Dance Dance Dance”, traccia prima del primo disco dei The People Speak per Tàrock Records. La traccia scorre ammiccante e piacevole dall’inizio alla fine, merito della voce di Mari (suoi anche i synth) e di un arrangiamento elegante ed efficace.
Traccia due: 94 – 96. Intro con atmosfera più riflessiva, ritornello incalzante e spensierato. Il disco prosegue tra le batterie buongustaie di V. (per Ventura) che si districano tra hi hat in levare dal sapore disco e rullate energiche decisamente rock, il microkorg e la voce di Mari perfettamente incastonate tra la chitarra di Niki, il basso di Rob e i cori dei i tre uomini della band usano spesso come risposta alle linee della vocalist.
Altra traccia parecchio interessante è “Blind”. Parte subito con l’intenzione di farci ballare. E ci riesce.
In aggiunta alle 7 tracce registrate dalla band si aggiungono poi 6 remix realizzati da Deckard, Candid e Eraser.
Insomma: un ottimo connubio tra rock e dance impreziosito da sfumature elettroniche per l’opera prima dei baresi The People Speak, prodotta, registrata e missata da Beppe Massara.
Per concludere, non possiamo non sottolineare l’artwork originalissimo e bello (ma davvero bello) da vedere a cura di Nico Murri (Fabrica Fluxus art gallery).
Che altro aggiungere: ci piace!

Link utili:
http://www.myspace.com/thepeoplespeakmusic
http://www.tarock.it/

Genere: indie, rock, electro.
Pubblicato da Demolition Kick a 09:19 - DEMOLITION KICK


"The People Speak - And Now, The Real News"

The People Speak - And Now, The Real News

Nell’era delle leggi bavaglio, qualche news libera è ancora possibile…And now the real news!Il primo album dei The People Speak, esce su TaRock Records, etichetta indipendente pugliese, a poco più di un anno dalla formazione della band che in pochi mesi fa tappa in numerosi live club italiani e rappresenta l’Italia nella sezione “Musique actuelle” al Festival FIMU di Belfort (Francia) e la Puglia a Italia Wave Love Festival 2010.

La loro musica diverte, esalta, è tirata, allegra ed energica, cori e casse dritte increspate da chitarra e basso quasi mai “clean” fanno venir voglia di muoversi, di uscire di casa per andare a saltare e ballare nel primo posto che capita, ancora meglio se in un club indie ad un loro concerto, dove vien fuori tutta “l'attitudine” del gruppo che per più di un'ora srotola riff senza interruzione in puro stile rock and roll punk, con brani brevi ed intensi.
L'album contiene 7 tracce registrate presso Gel Studio di Trani da Beppe Massara che è anche il produttore della band e 6 remixes realizzati da musicisti della scena elettronica e circuit bending pugliese, tra cui 4 firmati da Deckard, 1 da Eraser ed 1 da Candid.
Dance Dance Dance, opening track, è un invito a muoversi, a “parlare” con il corpo. Suoni Lo-Fi, toy synths, voci scanzonate e ritmi coinvolgenti. The People Speak è la voglia di dire la propria, dare inputs al movimento “collettivo” d’artisti di cui fanno parte anche Fabrica Fluxus Art Gallery (spazio espositivo multidisciplinare di ricerca e sperimentazione) che ha curato l'Artwork del CD, Neu Klub (indie clubbing alternativo, indipendente ed itinerante), Radio Bari Città Futura con il programma “Fatto in casa” di cui la band è co-autrice.

La band è formata da Mari (synth - voce), Rob (basso - voce) Niki (chitarre - voce), W Ventura (batteria – voce).
The People Speak

The People Speak - And Now, The Real News – CD (Tarock Records) - RADIOLAND MUSICA E INFORMAZIONE


"RECENSIONE:The People Speak And Now, the Real News"

La gente parla, è un dato di fatto, emette suoni non sempre disciplinati in maniera semantica, urla e non si accorge di aver disperso – inutilmente – mille parole nel vento. The People Speak vogliono ribadire questo concetto di universale confusione linguistica e sonora, attraverso una marmellata di suoni apparentemente nonsense. Come lo fanno? Si affidano alla scuola di gruppi come Le Tigre (il gruppo dell’ex Bikini Kill, Kathleen Hanna) o agli attuali Micachu and The Shapes, fra musica sperimentale, dance punk ed electroclash – il tutto condito con un atteggiamento lo-fi. D’altronde, lo strillo sottile di Mari – la vocalist principale – ricorda pressappoco quello di Kathleen Hanna, con la differenza che i musicisti “parlanti” sono italiani. Ascoltate l’introduttiva Dance Dance Dance, un inno al movimento fisico e mentale, un invito a lasciarsi andare cantato su qualche synth e riff di chitarra cospicui: solo allora vi renderete conto di cosa stiamo parlando. Non ci sono le tematiche politiche e lgbt care ai Le Tigre, anche se la spensieratezza del gruppo pugliese non vuole certo essere la rappresentazione di un ordinario qualunquismo musicale e culturale. La gente parla perché ne ha il diritto, fatta questa premessa, Mari e compagni si spingono oltre, ricordando alle facce smunte di chi non vuole bavagli che non si può vivere una vita aspettando che cambi qualcosa. Il vero cambiamento sta nel moto, nel movimento della massa umana, nel recepire attivamente le parole di chi ci parla, parole che spesso, come dicevamo, vengono disperse nel vento. In Blind, la quinta traccia del cd (presente in altri due remix realizzati da alcuni degli artisti di spicco della scena elettronica pugliese), dalla “sordità” si passa ad una “cecità” antropica; per fortuna, Mari riesce a vedere il cielo nonostante questa sua condizione, perché la cecità è sempre una metafora (il famoso romanzo a tema di José Saramago insegna). A noi sembra un buon inizio, con tutti i suoi aspetti positivi (l’essenzialità delle tracce) e negativi (i troppi remix che depredano le canzoni della loro unicità). Non ci sembra che esista qualcosa di simile nel panorama musicale italiano, soprattutto in quello mainstream. Infatti, è proprio nel contesto popolare che – a nostro avviso – The People Speak dovrebbero andare a parare, perché con suoni simili, melodie orecchiabili ed una spiccata vena artistica si può decisamente fare la differenza, puntando perciò su doti, ahinoi, non sempre comuni.
The People Speak su Myspace
© 2011, Indie-eye REC. Riproduzione riservata. Tutti i diritti riservati
Indie-eye.it è un quotidiano online registrato al tribunale di Firenze n. 5757 e al Registro Operatori della Comunicazione n. 21322 – indie-eye.it 2005 – 2012 - INDIE-EYE


"RECENSIONE:The People Speak And Now, the Real News"

La gente parla, è un dato di fatto, emette suoni non sempre disciplinati in maniera semantica, urla e non si accorge di aver disperso – inutilmente – mille parole nel vento. The People Speak vogliono ribadire questo concetto di universale confusione linguistica e sonora, attraverso una marmellata di suoni apparentemente nonsense. Come lo fanno? Si affidano alla scuola di gruppi come Le Tigre (il gruppo dell’ex Bikini Kill, Kathleen Hanna) o agli attuali Micachu and The Shapes, fra musica sperimentale, dance punk ed electroclash – il tutto condito con un atteggiamento lo-fi. D’altronde, lo strillo sottile di Mari – la vocalist principale – ricorda pressappoco quello di Kathleen Hanna, con la differenza che i musicisti “parlanti” sono italiani. Ascoltate l’introduttiva Dance Dance Dance, un inno al movimento fisico e mentale, un invito a lasciarsi andare cantato su qualche synth e riff di chitarra cospicui: solo allora vi renderete conto di cosa stiamo parlando. Non ci sono le tematiche politiche e lgbt care ai Le Tigre, anche se la spensieratezza del gruppo pugliese non vuole certo essere la rappresentazione di un ordinario qualunquismo musicale e culturale. La gente parla perché ne ha il diritto, fatta questa premessa, Mari e compagni si spingono oltre, ricordando alle facce smunte di chi non vuole bavagli che non si può vivere una vita aspettando che cambi qualcosa. Il vero cambiamento sta nel moto, nel movimento della massa umana, nel recepire attivamente le parole di chi ci parla, parole che spesso, come dicevamo, vengono disperse nel vento. In Blind, la quinta traccia del cd (presente in altri due remix realizzati da alcuni degli artisti di spicco della scena elettronica pugliese), dalla “sordità” si passa ad una “cecità” antropica; per fortuna, Mari riesce a vedere il cielo nonostante questa sua condizione, perché la cecità è sempre una metafora (il famoso romanzo a tema di José Saramago insegna). A noi sembra un buon inizio, con tutti i suoi aspetti positivi (l’essenzialità delle tracce) e negativi (i troppi remix che depredano le canzoni della loro unicità). Non ci sembra che esista qualcosa di simile nel panorama musicale italiano, soprattutto in quello mainstream. Infatti, è proprio nel contesto popolare che – a nostro avviso – The People Speak dovrebbero andare a parare, perché con suoni simili, melodie orecchiabili ed una spiccata vena artistica si può decisamente fare la differenza, puntando perciò su doti, ahinoi, non sempre comuni.
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"The People Speak And Now, the Real News"


The People Speak
And Now, the Real News
2011 - TaRock Records

Emergenti Rock Post-punk

24/05/2011 | di ENZA FERRARA
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Ed ora parliamone. Sì, nel bene e nel male, parliamo. Diciamo, ironicamente, che ormai non ci resta che quello, parlare – anche se la tendenza, in genere, è quella di tappare bocche e violentare pensieri. I telegiornali ci raccontano le liti tra marito e moglie, le donne diventano gomme, i politici si prostituiscono e, generalmente, si tende ad essere indifferenti. C’è chi, fortunatamente, crede ancora nell’atto “pubblico” del linguaggio e, senza troppi perché, si mette in gioco facendo dell’ironia un’arte – che come qualsiasi forma artistica, che può o non può piacere, ti fa riflettere su certi “massimi sistemi”.

And now the real news è il titolo, per stare a passo con i tempi, del primo album della band pugliese The people speak, prodotto dall’etichetta discografica indipendente TaRock Record. Un mix energico di lo-fi, chitarre che suonano in libertà e una voce che, molto consapevolmente, osserva la realtà. Dance Dance Dance, è una parola d’ordine, è un invito, è l’inizio: il sound energico caratterizza l’intero album, anche se i suoni si modellano in base al momento. 86 Normal Wait, ad esempio, vive di punk eccessivo, in cui gli effetti elettronici si legano in modo inscindibile con le chitarre e la voce, a tratti distorta, di Mari.

And now the real news è un circuito synth-pop (o rock, valuta tu) molto forte in cui emergono le capacità tecniche della band. E alla fine cosa importa se il prodotto finito può risultare più difficile del solito, da ascoltare? Se lo scopo della band era quello di “colpire”, in qualche modo, gli ascoltatori, credo che i quattro ragazzi ci siano riusciti alla grande, anche se, molto probabilmente, la lingua italiana, renderebbe i The people speak originali, in toto. Ma questo è solo il primo album e va benissimo; li seguiremo ancora e vedremo cosa succederà. The people speak sono: Mari (synth – voce), Rob (basso), Niki (chitarre), W Ventura (batteria). - MESCALINA


Discography

The People Speak_ And now the real news_ first album (7 tracks+remixes) _on Tarock records_ Audioglobe Distrib_available on I-Tunes and stores_

tracks
-Blind
-Dance dance dance
are in straming and on air

previous releases
Demo Ep titled The People Speak_ BLABLABLA..

Photos

Bio

THE PEOPLE SPEAK
Based in Bari, south of Italy, the band released the first album, "And now the real news" (2011), on Tarock Records Independent rock label and Audioglobe distribution, (7 tracks+remixes) supported by an enthusiastic fan base and national critical acclaim.
Touring in Italy and abroad, the band has also made appearances at International events such as FIMU (France), Italia WAVE LOVE FESTIVAL, MARTELIVE and more.
They incorporate elements of post punk, electro and nu rage using toy-synth on stage in glamourous performances.