VANDERLEI
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VANDERLEI

Band Rock Alternative

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"www.rockit.it"

L'attacco del primo pezzo è l'inizio di un viaggio musicale. E come nel titolo dell'EP d'esordio dei bolognesi Vanderlei, "1234", si inizia a contare e si parte.
Sei tracce per un percorso che parte dalla dimensione interiore dell'animo umano, quella che di solito è nascosta e che in pochi riescono a vedere; ma che alla fine si estrinseca per manifestarsi attraverso sensazioni ritrovabili in ognuno di noi. L'art-work della copertina rispecchia attraverso i colori l'agglomerato di suoni che si succedono lungo il percorso. Immediato l'accostamento a Cristiano Godano e Paolo Benvegnù, che contaminano stile di scrittura e melodie. La parte strumentale invece, è un omaggio al sound introspettivo degli Slint.
E alla fine del viaggio 1,2,3,4… si ricomincia da capo. - Mara Guzzon


"www.kathodic.it"

Nati da sei anni, in precendenza la maggior parte dei Vanderlei erano i Kybbutz, esordiscono con un Ep contenente sei brani di indie rock cantato in italiano e di ottima fattura. I bolognesi, infatti, riescono a stare sul crinale di un indie profondo con le sei corde che spesso vanno in dilatazione e scavano nelle nostre anime. Emotivi e razionali, non perdendo mai la lucidità con una grande capacità di contenimento partono con Migliora, con una ritmica martellante e circolare, per proseguire con il p-funk elettroacustico di Eroe del crepuscolo che ha un sapore epico. Privato conato donato al mercato ha un attacco noise in perfetto stile Fugazi-Sonic Youth ed è particolarmente trascinante con dei sublimi richiami noise. Graffianti e taglienti risultano invece le chitarre di Calice, impreziosita da un cantato melodico ed avvolgente. Con Aria i bolognesi dimostrano di sapersi ben destreggiare anche con il pop –rock. Le premesse ci sono tutte affinché questo progetto sia un nuovo cavallo su cui puntare. Aspettiamo fiduciosi il full leight. - Vittorio Lannutti


"www.kdcobain.it"

Nati dalle spoglie dei Kybbutz, i bolognesi Vanderlei presentano il loro primo EP a due anni dalla nascita del progetto. Il sound proposto è farcito di ritmiche incessanti, scandite da un vocal martellante, il tutto letto in chiave alternative rock di tradizione italiana come si può notare già dal brano "Migliora" che apre l'ep. I Vanderlei vantano anche una partecipazione al MEI di Faenza per presentare il loro stile molto cupo seppur ben ritmato, uno stile che si potrebbe accostare per certi versi ai Marlene Kuntz ma solo come punto di partenza.

Pezzi come "Eroe del crepuscolo" e "Arie" rispecchiano l'appartenenza ad un universo underground rock che è sempre una fucina di talenti. Basti ascoltare "Privato conato donato al mercato" per capire di cosa sono capaci i Vanderlei sia tecnicamente che vocalmente. "1234" è un'ottimo biglietto da visita per questa band che seppur emergente rivela uno stile decisamente maturo. - kdcobain


"www.losthighways.it"

1234. Flusso. Flusso. E Poi Flusso di coscienza. Cadono le foglie della danza eterna. L’aurora è vicina. “E’ più facile restare qui se dissento con il limite… cerco nell’attimo il filo di luce e appenderci un grammo di gioia cerco l’istante e il momento… il silenzio è l’unica musica di compagnia il tramonto illivida tutte le tue sante malinconie… in fondo sarebbe molto semplice privato conato donato al mercato… è una notte di vetro dipinta di tempera blu resto fermo ad assorbire i raggi lunari… ” sintetico cut-up dai testi di questo meraviglioso Ep d’esordio dei Vanderlei. Mescolate la poeticità di Paolo Benvegnù e Cristiano Godano, vestitela di Giardini di Mirò, Verdena e Afterhours. Non c’è emulazione di grandi ma rock che diventa sangue, impeto e spasmo, smarrimento e dolore, semplicemente metafora di bellezza. L’artwork dell’Ep è in sincronia con la musica: Arte dell’immagine. Migliora è danza sensuale intorno al fuoco dell’Es. Eroe nel Crepuscolo è ritmo del vortice dell’incoscio, è corsa nel bosco dei nostri limiti di esistenze squallide. Privatoconatodonatoalmercato è rock sgembo, incessante, convulso che si apre ad un inciso memorabile. Calice è dannata rara bellezza, è ascesi labirintica. Arie è il capolavoro… ogni tassello al posto giusto… un caleidoscopio di suggestioni ipnotiche tra suono e parola. 1234 lasciatevi irretire dal verbo dei bolognesi Vanderlei e riacquisterete una coscienza rock perduta. Un Ep da brividi. - Vladimiro Vacca


"www.rockshock.it"

Derivati dalle ceneri del gruppo bolognese Kibbutz, i Vanderlei alla fine del 2007 pubblicano l’Ep autoprodotto 1234, composto da sei brani carichi di energia noise vibrante di rock.

Il sound che ne fuoriesce ha una ridondanza penetrante con gli intrecci delle chitarre che emettono continui riff ritmici e acuti come sottofondo di disturbo, a sostenere un cantato a volte sommesso e poi gridato, scatenando una rabbia esistenziale di pregevole effetto.

Le melodie di Migliora e Eroe del Crepuscolo vorticano ipnoticamente con un tono lacerante, Privato Conato Donato al Mercato ha una rapida impostazione di rock arrabbiato underground delle cantine, che poi lascia spazio a quella Calice inizialmente scandita ma non meno fremente nel finale articolato.

Il quinto brano, Arie va segnalato per la sua originalità. E’ diviso in quattro tempi dilungandosi per quasi 10 minuti e inizia con un cantato che ricorda nella musicalità qualcosa di Carmen Consoli per poi evolversi nelle atmosfere oniriche degli Scisma, scivolando in un terzo tempo alla Verdena e riprendendo poi il ritornello iniziale nel crescendo finale.

Chiude l’omonima 1234, strumentale da sigla televisiva alla Doctor Who.
I ragazzi sono digeribili, un mood piacevole, davvero di gran pregio il lavoro ritmico che non annoia grazie alle ad aperture melodiche che caratterizzano l’alchimia musicale di questa band. Ora resta da perfezionare gli arrangiamenti e trovare una degna produzione che li faccia emergere come meritano. - Luca Paisiello


"www.artistsandbands.org"

Nati a Bologna circa tre anni fa e battezzati dall’Estragon, i Vanderlei nascono in realtà da una costola dei Kybbutz, altra band che fece molto parlare di sè tra la fine dei ’90 e l’inizio del nuovo secolo per un paio di demo, prima di sciogliersi. Questo 1234 (ascoltabile in streaming gratuito sul loro sito web) invece, è il primo E.P. della band, registrato nel Dicembre del 2007 e che in 30 minuti mette in mostra tutte le doti tecniche e compositive della combriccola.
Dimostrazione palese è il riff virile di basso (molto crossover style) di “Migliora”, che poi si snoda spigolosa nella sua trama complessa. Le liriche stralunate ma validissime, da qui alla fine la faranno da padrona: all’interno di tutto il disco hanno una parte di primaria importanza.
“Eroe Del Crepuscolo” possiede invece un incedere cupo, con la chitarra acustica ad accompagnare una chitarra dal vago aroma frusciantesco, con la linea vocale di Cristian filtrata dal vocoder. Ancora una volta sugli scudi la sezione ritmica, a tratti ossessiva, a tratti frammentaria e sperimentale, ma che decora il tappeto sonoro in maniera ottimale. Se il testo di “Privato Conato..” (uno dei titoli più belli mai letti dal sottoscritto) pare avere un bersaglio ben mirato, accompagnato da suoni spigolosi e ruvidi che rimandano al post punk dei primi Fugazi, quello di “Calice” assume i toni della critica esistenziale.
A chiudere, dopo i quasi 10 minuti non proprio trascendentali di “Arie” (apprezzabile comunque il crescendo dopo 3 minuti sottotono) arriva il pezzo più corto della raccolta (159 secondi): “Unoduetrequattro”. Anche qui, come da consuetudine il brano si apre con un riff ultra tecnico di basso accompagnato da una batteria incalzante, in sottofondo una chitarra dal riff graffiante. Niente voce, per un pezzo strumentale che si guadagna la palma di migliore del lotto.
In conclusione, questo 1234 è una prova prima tutt’altro che immediata e di facile assimilazione; i ragazzi si dimostrano esperti mestieranti di sonorità rock alternative e scrivono testi di grande valore. Gli si può imputare una eterogeneità eccessiva nei solchi, ma qui ci sono tutte le premesse per far bene. - Fabio "Stanley" Cusano


Discography

Still working on that hot first release.

Photos

Bio

Il progetto nasce a Bologna nel settembre 2005 sul palco dell'Estragon (Bo) in occasione di un grande evento live. L'incontro delle diverse storie musicali dei componenti di quella formazione ha fatto subito capire che qualcosa di nuovo stava nascendo.

La maggior parte dei partecipanti al nuovo progetto un tempo erano i Kybbutz, gruppo che registra nel 1999 il demo “La scatola”, prodotto a Firenze da Jeppe Catalano (batterista di Marco Parente e Giorgio Canali) e positivamente recensito su “Musica” di Repubblica. Nel 2001 il secondo demo, “Danzatore”, riscontra un grosso successo dal vivo. Spicca un'elegante sonorità post rock dalle particolari venature intimistiche che porta il gruppo anche a numerosi passaggi sulle radio alternative locali.

Perfettamente integrati nel panorama underground bolognese, tra il 2000 ed il 2001 i Kybbutz calcano importanti palchi, tra i quali quello del National Music Convention con i Verdena ed il palco dell' Estragon Summer, noto a tutti per l'Indipendence Days, e le più note piazza cittadine come P.za Maggiore e P.za VIII Agosto nell'ambito di importanti manifestazioni cultural-musicali. Nel 2001 suonano ancora all'Estragon, sul palco assieme a Meganoidi, Parto delle Nuvole Pesanti, Negramaro e Modena City Ramblers. Nel 2003 il brano “Danzatore di pioggia” viene inserito nella compilation “atpCD–vol.1”.

Nel 2006, dopo appena un anno dall’inizio del nuovo progetto, i Vanderlei vengono scelti tra le migliori dieci band dell'Emilia Romagna per rappresentare le nuove realtà musicali della regione al Mei di Faenza.

A gennaio 2008 esce il primo ep completamente autoprodotto dai Vanderlei, "1234". L'attacco, l'inizio di una nuova corsa, di un nuovo percorso. Sei tracce che tendono al meglio, un piccolo viaggio interiore verso nuovi punti di vista, verso una percezione più positiva di ciò che li circonda.

Ottobre 2008, inizia la collaborazione con Alkemist Fanatix Europe.